Il Papa non fa politica. Ma questo Papa, venuto quasi dalla fine del mondo per risvegliare le coscienze, non si smentisce mai: spiazza tutti. Anche coloro che, appena qualche giorno fa con qualche intervista di troppo e, sopratutto, con uno stile di comunicazione politica assai poco affine al Santo di Assisi, si sono autoproclamati “francescani”. Anzi, i nuovi e veri francescani.



Questo Papa non fa politica, ma non le manda a dire! E sulla reale, drammatica questione di questo nostro tempo, il lavoro, ha usato — come nessun altro — parole di verità. Parole ultimative perché dettate da quel buon senso figlio dell’esperienza degli ultimi: la dignità dell’uomo risiede nel lavoro, non in un reddito (di povertà) per tutti. Ogni sforzo della politica deve essere indirizzato non verso un reddito di cittadinanza, ma verso un “reddito di dignità”: il reddito che proviene dal lavoro.



Il Papa non fa politica, ma la completezza del suo pensiero — espresso da lavoratore tra i lavoratori ai cancelli dell’Ilva di Conigliano — dovrebbe far riflettere una politica talmente sclerotizzata da non riuscire neppure a pensare niente di alternativo alle soluzioni “da bar” offerte dall’ondata populista a problemi colossali. Problemi derivati e connessi ad un nuovo cambio di paradigma di sviluppo come lo fu, nel nostro Paese, il periodo del secondo dopoguerra in cui la propaganda del mito dell’industria regalò a molti una disperata disoccupazione e l’imperativo di un’emigrazione di sopravvivenza.



Allora la parola dignità fu, per molti, sospesa. E riconquistata, spesso, dopo lunghi ed estenuanti sacrifici.

Oggi l’Italia, come tutto l’occidente industrializzato, è ad un nuovo bivio: puntare sulla finanza o scommettere su una nuova economia reale. Puntare sulla speculazione; ovvero sull’impoverimento dei più per l’arricchimento di pochi, o puntare su un’economia “integrale di sviluppo” che — nel rispetto della persona e dell’ambiente — possa ridare speranza, vitalità e strumenti di dignità ad un mondo — il primo — sempre più annichilito dalla paure di dover rinunciare ad un benessere che, giorno dopo giorno, comunque sfugge dalle mani dei più.

Il Papa dell’anti-speculazione, il Papa del lavoro e degli imprenditori-lavoratori, il Papa dell’ecologismo integrale, è il Papa dell’uomo di ieri e di quello di domani.

Oggi la dignità della politica ha nelle parole di un Papa che non fa politica ma che pone le basi di una nuova cultura, una reale possibilità di riscatto.

Una scelta di campo s’impone prima nelle coscienze e poi nelle politiche.