Sulla vita di sant’Emilio, non ci sono delle notizie certe. Leggendo alcuni documenti ufficiali, si pensa che costui sia vissuto intorno al I secolo dopo Cristo. Il futuro santo rimane sin da giovane colpito dall’esistenza di Gesù e dal suo sacrificio per il bene dell’intera umanità e questo lo porta a convertirsi al Cristianesimo. La sua dedizione religiosa lo spinge ben presto a diventare vescovo della città di Cagliari e durante questo periodo, sant’Emilio si impegna nel predicare, diffondendo la parola di Cristo, e nell’aiuto dei più deboli. L’imperatore romano Nerone incomincia a perseguitare i cristiani e il vescovo di Cagliari decide di rimanere fedele alla sua religione, sfortunatamente, quindi, sant’Emilio viene fatto prigioniero dai romani.
Mentre si trova in carcere, viene chiesto a costui di rifiutare il suo credo, ma egli non accetta. Poco dopo, il vescovo viene condannato a morte attraverso la lapidazione e sant’Emilio affronta il suo martirio con coraggio e onore e alla fine, a causa delle ferite subite, muore a Sestu. Sul luogo, in cui è avvenuta la lapidazione del vescovo, è stata fatta costruire una chiesa romanica. Dopo la sua scomparsa, sant’Emilio è stato nominato santo dalla Chiesa cattolica, in quanto il suo sacrificio fu una chiara testimonianza della sua incrollabile fede. La sua festa viene celebrata ogni anno in un giorno ben preciso, che è appunto il 28 Maggio.
Sant’Emilio è uno dei patroni della città di Sestu. Il 28 Maggio di ogni anno, in occasione della sua festa, la statua del santo viene portata in giro per le strade di questo comune sardo. La processione viene accompagnata dalla musica della banda. Successivamente, si celebra una messa nella Chiesa romanica di Sant’Emilio, che sorge appunto sul luogo del suo martirio. Inoltre si può assistere anche a numerosi spettacoli teatrali e musicali, in cui abili danzatori si esibiscono nei tradizionali balli della Sardegna. Il 28 Maggio di ogni anno, intorno alla Chiesa di Sant’Emilio, ci sono delle bancarelle, in cui si possono acquistare i prodotti artigianali locali e delle sagre, dove si mangia la sa cassola, che è la zuppa con i crostacei e gli gnocchetti sardi, che sono i malloreddus. Al termine della festa patronale, infine, si scoppiano i tradizionali fuochi d’artificio.
Sestu è una città con più di 20 mila abitanti, che si trova in provincia di Cagliari. Questo comune, nel periodo medioevale, è appartenuto al Giudicato di Cagliari. Successivamente, intorno al 1324 è passato sotto il comando degli Aragonesi. Questi ultimi diedero il controllo dell’antico villaggio di Sestu a numerosi feudatari. Sestu comunque divenne comune libero a partire dal 1840, con l’abolizione del feudalesimo. In questo posto sorge la Chiesa di Sant’Emilio o San Gemiliano, in stile romanico, che ha un portico con tre navate, e la Chiesa di San Giorgio. Quest’ultima presenta uno stile risalente al periodo tardogotico, e si caratterizza per i suoi capitelli ricchi di decorazioni e per il suo campanile. All’interno di questo edificio è custodito un oggetto importante: si tratta della pietra miliare, che è un cippo con delle iscrizioni, che veniva posto sulle strade pubbliche romane, per calcolare le distanze. A Sestu sorge infine la Chiesa di Nostra Signora delle Grazie, che è famosa per la sua forma, che è quella di un ventaglio.
Oltre a sant’Emilio, i santi del 28 Maggio sono: San Germano di Parigi, San Giusto di Urgell e Santa Ubaldesca Taccini. I beati del 28 Maggio sono: Clotilde Micheli, Luigi Biraghi e Maria Bartolomea Bagnesi.