Ad un anno dalla morte di Sara Di Pietrantonio, uno dei casi più inquietanti di femminicidio a scapito della giovane studentessa romana, nelle scorse settimane è giunta la sentenza di condanna a carico del suo ex fidanzato, Vincenzo Paduano. Ergastolo: così è stato deciso dai giudici della Corte di Roma al termine del processo di primo grado. Dopo la sentenza di condanna, a prendere la parola è stato il padre della vittima, Alberto Di Pietrantonio che a SkyTg24 ha asserito: “Affrontiamo il futuro un po’ più sereni, ma non saremo mai felici, perché la felicità è tutt’altra cosa”. Certamente la condanna all’ergastolo a carico di Paduano è stata definita dalla famiglia di Sara “giusta” ma soprattutto attesa. “Sarebbe stato riduttivo non avere l’ergastolo”, ha aggiunto il padre della giovane vittima romana, “E’ una sentenza che restituisce fiducia”. L’uomo ha poi dichiarato come si siano sentiti tutelati dalla giustizia, affermazione derivanti anche dal tipo di lavoro svolto dagli inquirenti: “Sono andati su un lato umano e personale, come se avessero conosciuto Sara. Non è una cosa che ti lascia indifferente”, ha chiosato il padre della 22enne data alle fiamme e strangolata dall’ex. Oggi si tornerà a parlare del terribile caso nel corso del programma Quarto Grado – La domenica con l’approfondimento delle varie tappe che hanno segnato il giallo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
L’Italia è ancora sconvolta per la morte di Sara Di Pietrantonio, la ragazza di 22 anni di Roma uccisa nella notte del 29 maggio 2016 dall’ex fidanzato Vincenzo Paduano. Ad un anno di distanza dalla morte della vittima, si ritorna a parlare di quei terribili momenti, in cui Paduano decise di uccidere la ragazza solo perché non accettava la sua nuova relazione. Quarto Grado – La Domenica ne parlerà all’interno della sua ultima puntata, che andrà in onda su Rete 4 oggi, domenica 28 maggio 2017. Vincenzo Paduano si trova ancora in carcere, con l’accusa di omicidio volontario e aggravato da futili motivi e brutalità, a cui si aggiunge il reato di stalking. Un amore malato, che spesso provoca morti e che in questo caso ha posto fine alla giovane vita di Sara Di Pietrantonio. Una fine di cui la vittima stessa forse era consapevole, come evidenziano alcuni sms emersi dagli atti nelle ultime settimane e che puntano nuovamente il dito contro la violenza di Vincenzo Paduano. Diverse le testimoni, sottolinea Il Messaggero, che erano a conoscenza delle pressioni che la guardia giurata faceva nei confronti dell’ex fidanzata.
Una relazione finita e costellata di liti, che tuttavia Vincenzo Paduano non aveva mai accettato. Ed a farne le spese è stata solo Sara Di Pietrantonio, che finalmente aveva trovato un nuovo amore a cui votarsi e che la faceva sentire finalmente libera. Il processo a carico della guardia giurata è avvenuto in tempo record, concludendosi in meno di un anno proprio per la brutalità con cui è stato commesso l’omicidio della 22enne. Ed a cui si aggiungono tanti particolari, come il fatto che Paduano abbia affrontato il turno di lavoro subito dopo il delitto, dimostrando di non aver agito in stato confusionale, come invece è emerso dalle sue prime dichiarazioni. I giudici hanno infatti stabilito con certezza come l’omicidio di Sara Di Pietrantonio fosse stato organizzato da diverso tempo, un particolare evidente anche nel pedinamento che Vincenzo Paduano stava mettendo in atto già da una settimana. A dimostrarlo sono gli spostamenti registrati dal suo GPS, che hanno fatto luce come l’ex guardia giurata seguisse la vittima ovunque, sia all’università che a casa, fino all’abitazione del nuovo fidanzato.