La vicenda di Igor Vaclavic (alias di Norbert Feher) continua ad avere dell’incredibile. Nonostante siano oltre 1000 gli uomini impegnati nella caccia all’uomo, del duplice omicida non si hanno ancora tracce. Il quotidiano Il Resto del Carlino, intanto, evidenzia una serie di passaggi a vuoto da parte degli inquirenti, sia prima che dopo i due delitti di Budrio e Portomaggiore. Quello avvenuto dopo l’8 aprile scorso è ormai cosa nota: vedendolo a bordo del Fiorino, due pattuglie dei carabinieri, pur comprendendo di chi si trattasse, se lo sarebbero fatto scappare. Ma anche prima si registrano degli importanti quanto discutibili passaggi a vuoto: mentre Igor era ricercato da due anni per rapina, riusciva tranquillamente a farsi i selfie in piazza a Ferrara e postarli poi sul suo profilo Facebook. Non solo: gli inquirenti avevano scoperto la sua vera identità sin dall’estate del 2016 arrivando anche a scoprire quali cellulari usasse per connettersi. Pur arrivando ai tabulati, non sono riusciti a fare la stessa cosa con il serbo 36enne che piuttosto che venire espulso dopo la condanna, continuava a vagare tra Bologna e Ferrara fino a sentirsi sempre più alle strette ed a trasformarsi da semplice ladro in spietato killer.

Gli esiti della caccia ad Igor Vaclavic continuano a non essere affatto positivi. Il malumore tra i residenti delle zone calde si fa sempre più incisivo e per questo è stato organizzato un vertice dei Carabinieri di Bologna e Ferrara al fine di incontrare i cittadini dei territori nei quali da due mesi sono in corso le operazioni di ricerca dello spietato killer di Budrio e Portomaggiore. Come rivela Trc.tv, l’incontro in programma si intitola “Sicurezza e controllo del territorio” ed avrà luogo questo pomeriggio, a partire dalle ore 18:00 presso la sala del consiglio del Comune di Molinella, cuore pulsante della zona rossa e dove si sono concentrati i maggiori sospetti attorno al luogo della latitanza di Norbert Feher. L’incontro, oltre alla presenza dei cittadini, vedrà anche l’intervento dei sindaci di Molinella, Budrio, Portomaggiore ed Argenta e quello dei rappresentanti dell’Arma e che stanno guidando le operazioni di ricerca. Nel volantino di presentazione dell’iniziativa rivolta ai cittadini, non viene mai citato il nome del super latitante più ricercato d’Italia, ma sarà proprio lui il protagonista indiscusso al centro del dibattito che si preannuncia essere accesissimo.

A quasi due mesi dall’inizio della latitanza di Igor Vaclavic, il killer di Budrio 36enne, la tensione tra i residenti della “zona rossa” è diventata sempre più palpabile. A riportare questo clima di paura, preoccupazione ma anche rabbia è il quotidiano Il Resto del Carlino, che ha evidenziato le parole della vedova di Davide Fabbri, la prima delle vittima attribuite a Norbert Feher, freddato nel suo bar la sera del primo aprile scorso. “Come possono mille carabinieri super-addestrati non trovare un uomo solo, per giunta ferito?”, è la domanda posta dagli abitanti di Molinella e che fa eco al medesimo quesito della vedova di Fabbri. E’ qui che si concentra ad oggi la maggiore attività di ricerca dello spietato pluriomicida ma più i giorni passano senza una sua cattura, e più aumenta la delusione e il senso di insicurezza. Non basta un’assemblea pubblica per rassicurarli, dunque, ma solo l’arresto di Igor Vaclavic potrebbe mettere fine definitivamente al forte clima di tensione attualmente in atto. L’enorme esercito di reparti speciali schierato negli oltre 40 chilometri che delimitano la “zona rossa”, ad oggi non è bastato a contrastare la fuga del 36enne serbo, disposto a tutto pur di non finire in carcere.

I parà del Tuscania, i Cacciatori di Calabria e di Sardegna, le teste di cuoio del Gis, da settimane operano in stretta collaborazione con le addestrate unità molecolari, con i droni e con i visori notturni e i rilevatori termici. Un totale di 1000 uomini armati hanno scandagliato boschi, canneti e acquitrini, ma di Igor Vaclavic neppure l’ombra, se non l’odore e le tracce prontamente rilevate dai cani molecolari. Troppo poco per ridare speranza alla popolazione ormai indignata dai numerosi passaggi a vuoto che hanno caratterizzato finora l’imponente caccia all’uomo.

Il fatto che il killer di Budrio e Portomaggiore possa essere aiutato da qualcuno, non rappresenta in realtà una consolazione. Nelle ultime ore sono emersi alcuni retroscena che andrebbero ad incrementare il clima di rabbia nei territori più caldi, compresi tra Argenta e Molinella. Oltre alla notizia in base alla quale la vera identità di Igor Vaclavic, ovvero Norbert Feher, sia stata accertata dagli inquirenti del Ferrarese sin dalla scorsa estate, fa arrabbiare anche la mancata cattura del serbo dopo il secondo delitto commesso a Portomaggiore, a scapito di Valerio Verri. In quell’occasione, Igor fu intercettato in una stradina di campagna a Marmorta alla guida di un Fiorino che aveva precedentemente rubato. Ad incrociarlo furono due pattuglie dei carabinieri che compresero subito di chi potesse trattarsi. Anche in quell’occasione Vaclavic riuscì a dimostrare la sua grande prontezza fermando il mezzo e gettandosi in una piccola macchia di alberi che lo trasformò ufficialmente in fantasma. Da parte dei militari non vi fu neppure il tentativo di sparare, giustificato poi dall’assenza di condizioni di sicurezza, come spiegò in seguito il procuratore di Ferrara Bruno Cherchi.

Un’occasione certamente mancata e che avrebbe potuto mettere fine in largo anticipo a questa fuga che si protrae ormai da settimane, sebbene vi sia sempre più il sospetto che Igor-Norbert possa essere nascosto non più tra le paludi ma in un posto al sicuro, reso possibile grazie all’intervento di un quasi certo fiancheggiatore (e non è del tutto escluso che possa trattarsi di una donna). Intanto da Molinella giunge l’indiscrezione – ad oggi smentita dall’Arma – che le forze armate possano via via scemare. Una paura più che una certezza ma che contribuisce ora più che mai ad incrementare il disagio dei residenti della zona rossa.