L’interessante viaggio di Report, questa sera condurrà i telespettatori anche attraverso il mondo delle Poste Italiane domandandosi, attraverso una interessante inchiesta, quale sarà il futuro della più grande azienda di servizi d’Italia. Tante le domande che saranno poste, quesiti semplici, talvolta banali ma che coinvolgono a pieno le preoccupazioni degli risparmiatori italiani che in tutti questi anni hanno riposto la loro fiducia nelle Poste, fino ad un totale di 498 miliardi. Ma come è mutata, in questi anni, l’azienda? Domanda, questa, che sorge sulla base della sua rinnovata operatività bancaria e finanziaria. A tal proposito, Report affronta l’argomento prendendo in esame anche ciò che avviene dall’altra parte del mondo, ad esempio in Canada, dove il sogno di una banca postale diversa sembra ancora possibile. L’indagine del programma, riguarderà da vicino anche le condizioni dei lavoratori ed il mercato postale totalmente liberalizzato, in un viaggio appassionante ma che terrà conto anche dei rischi e delle possibili conseguenze della quotazione in Borsa. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Le Poste Italiane al centro della nuova inchiesta di Report su Rai Tre firmata da Alberto Nerazzini. Un viaggio per capire cos’è e come funziona la più grande infrastruttura di servizi del Paese, cambiata radicalmente rispetto al maggio 1862 quando, ereditando il servizio di corrispondenza del Regno di Sardegna, divenne ente nazionale dell’Italia Unita. Ed è lecito, oggi, chiedersi quali saranno gli sviluppi di questa società per azioni di cui lo Stato italiano, attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti, è l’azionista di maggioranza con poco più del 60% delle azioni. Domande semplici, che riguardano un po’ tutti, se è vero che in gioco ci sono 498 miliardi di euro appartenenti ai risparmiatori italiani che dalla scelta di quotazione in Borsa sono soggetti a qualche rischio in più. Di certo lo stato di salute di Poste Italiane sembrava ottimo agli occhi dell’ex ad, Francesco Caio, che descriveva così l’ultima annata:”Risultati in forte crescita di fatturato e margini, consolidando il percorso di cambiamento e sviluppo avviato nel 2014.



A livello consolidato i ricavi superano € 33 miliardi con una crescita rispetto al 2015 del 7,7%; il margine operativo supera il miliardo (€ 1.041 milioni) in crescita del 18,3%. L’utile netto cresce del 12,7% a € 622 milioni. Come annunciato al momento della quotazione, anche per il 2016 l’azienda distribuirà un dividendo equivalente all’80% dell’utile netto pari a € 0,39 per azione in crescita del 15%“. Insomma, come citando il titolo dell’inchiesta di Report: Poste Futuro Certo?

L’apparente solidità di Poste Italiane non convince evidentemente Report, il programma in onda oggi su Rai Tre, che nell’inchiesta di Alberto Nerazzini intitolata “Poste Futuro Certo” indaga sull’andamento della società per azioni ipotizzandone anche i futuri scenari. E i dubbi sollevati da Nerazzini sono leciti, se è vero che dopo la quotazione in Borsa, le Poste sono soggette alle regole e ai rischi che caratterizzano gli ambienti finanziari. 



Un viaggio, quello proposto da Report, anche all’interno delle Poste Italiane: volto a chiedersi quali sono le condizioni dei lavoratori che vi operano e come si sta sviluppando il mercato postale totalmente liberalizzato. Nerazzini indaga anche sulle criticità dell’operatività bancaria e finanziaria di Poste fornendo anche un punto di vista diametralmente opposto, come quello che arriva dall’altra parte dell’Oceano, e precisamente dal Canada, dove il sogno di una banca postale diversa sembra tutto fuorché un’utopia.