Si parlerà di truffe e di banche, oggi, nel corso della nuova puntata di Report, in onda su Rai3 e che dedicherà ampio spazio al caso della Banca Hottinger. Uno dei protagonisti della vicenda è Rocco Zulino, broker finanziario di origini italiane e che era stato prima delegato poi amministratore della Hottinger et Associés Lugano SA, fino alla chiusura della filiale di Lugano e che ha preceduto la dichiarazione di fallimento della banca privata di Zurigo. L’uomo, come ricorda Ticinonews nell’edizione online dello scorso novembre, era stato coinvolto in una serie di inchieste per truffa e ad oggi ci sono ancora suoi ex clienti che reclamano i soldi che gli avevano affidato. Attualmente residente in Basilicata, lo scorso 8 marzo è stata pubblicata presso il Palazzo di giustizia di Lugano l’asta pubblica della sua casa a Lugano-Viganello stimata circa 2,8 milioni di franchi e pignorata lo scorso settembre come copertura dei debiti che Zullino aveva accumulato nei confronti del Cantone Ticino e della Confederazione svizzera. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Si intitola “La Grande Truffa” l’inchiesta firmata da Federico Ruffo per Report, la trasmissione di Rai Tre che oggi, lunedì 29 maggio, ricostruirà le tappe che hanno portato al crack della Banca Hottinger. E titolo migliore, in effetti, per raccontare la vicenda dell’istituto elvetico che nel 2015 è stato dichiarato fallito dalla Finma, ente di vigilanza sui mercati in Svizzera. Ma quali sono gli ingredienti che hanno portato un solido colosso della finanza a crollare in maniera improvvisa? Del resto si trattava di una delle banche più solide e antiche d’Europa, non l’ultima arrivata, insomma. La risposta è che per mettere in campo una “grande truffa” bastano poche componenti, a patto che tutte svolgano il loro ruolo alla perfezione. Nel caso della Banca Hottinger si trattava della fiduciaria Hottinger & Partners, che vedeva agire al suo interno un giovane e spregiudicato manager come Fabien Gaglio, accusato di aver fatto sparire decine di milioni di euro sottraendoli dalle casse di ignari correntisti.



Una storia paradossale quella della Grande Truffa ordita da Fabien Gaglio ai danni della Banca Hottinger di cui si parla stasera su Rai Tre, con l’istituto elvetico giunto al fallimento di fatto per una liquidità insufficiente determinata dai contenziosi aperti con i clienti che si sono visti sottrarre milioni di euro dai loro conti correnti. Era stato l’avvocato Paolo Bernasconi, dopo essere stato contattato dal Corriere del Ticino, a dichiarare in qualità di legale della banca, che erano almeno una ventina i clienti a reclamare un risarcimento per la sparizione dei loro fondi ad opera di Rocco Zulino, broker finanziario di orgini italiane già amministratore della Hottinger, che si era fatto affidare dai correntisti risparmi per milioni di euro. Una situazione complessa, dove Fabien Gaglio rappresentava una sorta di Robin Hood che rubava ai ricchi per dare sempre ai ricchi, possibilmente della sua famiglia. Ad occuparsi di lui sono state cinque procure di quattro diverse nazioni (Ginevra, Parigi, Lussemburgo, Reggio Emilia e Bolzano), tutte impegnate a tentare di ricostruire un flusso di denaro che parzialmente finisce in Italia sui conti di alcuni imprenditori e manager (tra cui diversi evasori fiscali che hanno confessato i loro reati) ma soprattutto sul conto di un famoso compositore. Chi sarà?

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