Ancora una storia di violenza, quella emersa oggi e che vede vittima una giovane studentessa 21enne di Monza. Lo scorso febbraio, come rivela GazzettadiParma.it, la ragazza aveva presentato denuncia contro l’ormai ex fidanzato, rivelando di aver subito un lungo periodo di violenze e vessazioni quando era ancora minorenne, ovvero tra il settembre 2012 e la fine del 2013. In un’occasione, in particolare, il fidanzato l’avrebbe violentata e sequestrata per punizione in seguito ad una lite, rinchiudendola per giorni interi nella cantina condominiale del suo palazzo. Un vero e proprio incubo, quello vissuto dalla 21enne e che sarebbe proseguito ben oltre la fine della loro violenta relazione amorosa. Dopo la fine del rapporto, infatti, la giovane sarebbe stata perseguitata a lungo, anche dietro minacce: “Sarai per sempre mia e se mi denunci farò del male a te e alla tua famiglia”. Era questa la frase ricorrente sia dopo le violenze che in seguito alla fine della loro relazione. Ora, per il 24enne di origini albanesi sono scattate le manette da parte della polizia di Monza. Le accuse a suo carico sono pesantissime: violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni personali e atti persecutori a carico dell’ex fidanzata.



La loro conoscenza era iniziata quanto lei aveva appena 12 anni. Poi, nel 2012, avrebbe preso il via la loro relazione amorosa che però, stando alla denuncia dell’ormai 21enne, sarebbe stata sempre caratterizzata da numerosi episodi di violenza, fino alla fine del rapporto, nel 2013 per volontà dello stesso 24enne ora in arresto. Eppure, dal 2015 e fino a pochi mesi fa, il ragazzo avrebbe tentato in diverse occasioni di riallacciare i rapporti fino a diventare sempre più pressante. Cercava di convincere l’ex a tornare con lui anche attraverso approcci sessuali, continui sms minatori e telefonate, fino a spingere la 21enne, ormai esausta, a denunciarlo. A sostenere la versione della giovane sarebbero state le indagini della polizia, che avrebbero incastrato il 24enne anche attraverso le intercettazioni ambientali e telefoniche. Il ragazzo avrebbe anche tentato di inquinare le prove cercando di condizionare alcuni testimoni. Ora, per la 21enne di Monza l’incubo è finalmente terminato.

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