I prossimi giorni potrebbero essere decisivi nell’ambito del caso sul delitto di Emanuele Morganti, 20enne di Tecchiena massacrato ad Alatri nell’ambito di una rissa della quale manca ancora il movente. Intanto, come riporta Tg24.info, il prossimo 10 maggio si svolgeranno alcuni rilievi irripetibili presso i laboratori del reparto Investigazioni Scientifiche di Roma e che riguarderanno gli abiti della vittima indossati la sera del pestaggio. Accertamento anche sui vestiti dei tre arrestati per l’omicidio del giovane, Mario Castagnacci, Paolo Palmisani e Michel Fortuna, così come su un manganello che nei giorni scorsi i militari dell’Arma avrebbero ritrovato e che potrebbe rivelarsi l’arma del delitto. Finora questo dettaglio sarebbe rimasto coperto dal massimo riserbo al fine di evitare eventuali inquinamenti delle prove. Le indagini nel frattempo proseguono ed il sospetto di chi indaga è che ci sia ancora un supertestimone a piede libero a conoscenza di cosa sarebbe realmente successo la notte di oltre un mese fa fuori dal Miro Music Club di Alatri. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



Ad un mese dalla morte di Emanuele Morganti, il caso continua ad assumere contorni ombrosi. Chi lo ha ucciso? Le ipotesi del branco o della vendetta personale da parte degli otto indagati non hanno portato per ora a nessun nuovo sviluppo. A chiedere giustizia è il popolo italiano, che in queste ore si è mobilitato sui social, ingaggiando un incontro a Frosinone, presso il cimitero in cui è sepolto Emanuele Morganti, lo scorso 1 maggio. Un corteo promosso, sottolinea Il Secolo d’Italia, per rendere onore alla vittima, una manifestazione silenziosa nata dal bisogno di giustizia e verità. In queste ore le autorità stanno esaminando un tubo di ferro trovato sulla scena del crimine, forse l’arma che ha ucciso Emanuele Morganti. 



Continuano anche gli interrogatori sui quattro buttafuori e sui fratellastri, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, così come sul padre di quest’ultimo, Franco Castagnacci, e Michel Fortuna. Il gruppo, intanto, continua a proclamarsi innocente, ma la versione sembra cozzare troppo con quanto riferito da tanti testimoni. La conferma del pestaggio brutale che ha portato alla morte Emanuele Morganti, è stata data proprio da chi era presente in quei barbari momenti. Tanti gli striscioni ed i palloncini bianchi presenti al cimitero in onore di Emanuele. Tanti i ricordi e le frasi delle canzoni che preferiva di più, come Albachiara di Vasco Rossi. Secondo una stima di Ciociaria Oggi, le persone intervenute al corteo sarebbero state attorno ai 200, molti dei quali hanno voluto conoscere Melissa, la sorella della vittima. Michela Valenti ed i membri del gruppo Facebook “Uniti per Emanuele Morganti” hanno voluto ringraciare i presenti per aver partecipato e collaborato all’iniziativa. 

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