La scoperta truffa, con il tentativo di fare sciacallaggio sulla morte di Emanuele Morganti, il giovane massacrato dal branco la notte tra il 24 e il 25 marzo, è solo l’ennesimo capitolo da condannare in una vicenda che continua a suscitare lo sdegno di gran parte degli italiani. Ma a che punto sono le indagini sulla morte del 20enne? Secondo quanto riportato da ciociariaoggi.it, nonostante gli sforzi degli inquirenti, che a più riprese hanno svolto sopralluoghi dentro e fuori il locale Mirò di Piazza Regina Margherita ad Alatri, le investigazioni proseguono a rilento. Negli oltre sessanta giorni trascorsi dall’omicidio di Emanuele, gli inquirenti hanno ascoltato più di cento testimoni, ma i nodi cruciali restano due: ad oggi, infatti, non si conosce il movente che ha portato all’uccisione di Morganti, né si sa quale e dove sia l’arma del delitto. Si riuscirà prima o poi a scoprire la verità sulla morte di Emanuele? Se lo augurano tutti i familiari e le persone che gli hanno voluto bene.(agg. di Dario D’Angelo)
I malintenzionati non si fermano nemmeno di fronte a morti e tragedie e così è successo anche per Emanuele Morganti, il giovane ucciso dal branco ad Alatri. L’allarme è scattato ieri grazie ad una segnalazione comparsa sulle pagine Facebook dedicate al ragazzo, in cui gli italiani sono stati informati della presenza nel paesino di “sciacalli”. Un gruppo di persone avrebbe infatti cercato di raccogliere denaro in onore di Emanuele Morganti, facendo leva su iniziative fasulle e riuscendo a truffare numerose persone. In particolare, sottolinea Ciociaria Oggi, gli sciacalli sarebbero stati avvistati a Tecchiena, la stessa zona in cui viveva Emanuele, così come nella stessa Alatri. A tutt’ora, conferma il post di denuncia, non esistono iniziative create per sostenere i familiari di Emanuele Morganti o in ricordo dello stesso giovane, ma si tratta di una vera e propria trappola.
Continuano inoltre a rimanere in silenzio gli investigatori su quanto accaduto la notte della morte di Emanuele Morganti. A tal proposito è inoltre nata una petizione online sul portale Change.org per richiedere alle autorità competenti di mandare un segnale. Attualmente rimangono iscritti nel registro degli indagati, oltre i tre detenuti Paolo Palmisani, Michel Fortuna e Mario Castagnacci, il padre di quest’ultimo, Franco Castagnacci, Damiano Bruni, Michael Ciotoli, Manuel Capoccetta e Pjetri Xhemal. Nonostante gli sciacalli si siano fatte beffe del dolore della famiglia di Emanuele Morganti, così come dei suoi amici e conoscenti, sembra invece che abbia permesso a tanti italiani di chiedere supporto per la madre del giovane. La stessa criminologa Roberta Bruzzone ha infatti condiviso l’appello “Aiutiamo la mamma di Emanuele”.