La situazione ha del paradossale: la Corea del Nord da u lato promette “un mare di fuoco” contro i nemici-vicini della Sud Corea e il nuovo presidente di Seul invece replica… “ci vuole dialogo, non solo sanzioni”. La terza guerra mondiale a pezzi vive anche di azioni “schizofreniche” come quelle del regime di Kim e dei rivali sfidati nelle continue provocazioni nucleari e balistiche. Resta comunque assai particolare la risposta “serafica” del nuovo presidente Moon Jae-in dopo le sanzioni dell’Onu e le condanne di Usa e Giappone. «Il nuovo governo della Corea del Sud intende portare Pyongyang al dialogo in aggiunta alle strette restrizioni sul programma nucleare», spiega il neo eletto presidente di Seul.



Intendiamoci, con questo non intende banalizzare e sottovalutare la minaccia del regime di Pyongyang, solo cercare di uscire dall’incubo delle continue escalation senza continuità d’arresto. «L’obiettivo finale delle nostre sanzioni e pressare e portare la Corea del Nord al tavolo negoziale sulla sua denuclearizzazione – ha detto ancora Moon in giornata -. Io e il mio nuovo governo intendiamo aggiungere il dialogo alle sanzioni e alle pressioni esistenti» (fonte il Velino).



Prosegue la corsa di Kim Jong-un alle armi e così sale il rischio che scoppi una Terza guerra mondiale. Stando alle stime ufficiali, la Corea del Nord dispone di circa 13.600 tra cannoni e sistemi lanciarazzi a lungo raggio, 10mila dei quali lungo i 245 chilometri della zona demilitarizzata. Secondo l’agenzia Reuters, che ha ottime fonti nella Difesa sudcoreana, la concentrazione più alta è nella zona di Kaesong. Il cannone più potente è il Koksan, che ha un raggio d’azione di 60 chilometri. Poi ci sono le copie di modelli russi e cinesi. Notevole anche la quantità di di lanciarazzi su camion: in particolare sono da temere quelli da 240 millimetri che sono capaci di sparare 12-24 razzi. In 44 secondi potrebbero scaricare una salva completa. La Corea del Nord ha, dunque, la capacità militare per tenere in scacco milioni di vite, a partire da quelle degli abitanti di Seul. C’è poi, come riportato dal Corriere della Sera, la rete di tunnel per sabotatori: gli esperti di Kim sono considerati da americani e israeliani tra i migliori nella costruzione di posizioni interrate e nascoste, alcune delle quali riservate all’artiglieria. E ci sono tunnel con i quali sarebbero in grado di violare il confine, attualmente protetto da una fascia minata, per infiltrare i suoi sabotatori dietro le linee, mentre i cannoni creerebbero un diversivo. (agg. di Silvana Palazzo)



La terza guerra mondiale, a piccoli passi e a piccoli “pezzetti”: ha sempre più ragione Papa Francesco, dopo l’ennesimo missile balistico andato a segno tra la Corea del Sud e il mar del Giappone, la corazzata nucleare di Kim Jong-un sembra non volersi fermare. Stando all’agenzia di stampa Kcna, quella del regime, il missile balistico «ha volato verso est, dove sorge il sole, e ha centrato il suo obiettivo dopo aver percorso metà della distanza di cui è capace». Tradotto dal “regimese”, il missile ha fatto centro verso il Giappone, secondo vero obiettivo di Pyongyang per marcare la propria sfida senza timori al miglior alleato degli Usa nel Pacifico. Il vettore è stato testato ieri mattina ed ha volato per 450 chilometri dalla costa orientale di Wonsan, finendo nel mare del Giappone, spiega l’Adnkronos; nulla vieta che nei prossimi mesi siano gli Usa veri e propri obiettivi nel ricevere le “evoluzioni” balistiche dei missili di Kim. E la guerra, purtroppo, si avvicinerebbe sempre di più…

Non solo Corea del Nord, anche la Siria rappresenta la “seconda metà del cielo” di quella “terza guerra mondiale” tanto temuta dalla maggior parte delle nazioni implicate nella complessa partita a scacchi tra i regimi di Pyongyang e di Damasco. Ieri l’importante vertice a Parigi tra Putin e il neo presidente Macron ha visto alcuni punti distanti e molti comuni in un ipotetico nuovo fronte Francia-Russia che potrebbe giocare un ruolo interessante nel ricucire tra G7 e il Cremlino. In particolare, è la Siria a rappresentare lo spavento maggiore per il presidente francese (e non solo): «Sulla Siria, ho ricordato quelle che sono le nostre priorità: la lotta al terrorismo e lo sradicamento dell’Isis. Il mio auspicio è che il partenariato con la Russia si rafforzi». Ma è la figura di Assad a rimanere sempre in bilico, per nulla “in fiducia” per i maggiori leader europei: «assicurando la stabilità e la transizione democratica con una linea rossa molto chiara: l’uso di armi chimiche da parte di chiunque, che sarà oggetto di rappresaglia e risposta immediata dei francesi».

Ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, in conferenza stampa congiunta con Vladimir Putin. Le frizioni ci sono, anche perché Putin non ammette le provocazioni di Trump tanto a Damasco quanto in Corea del Nord, ma le recenti mezze-conquiste al G7 di Taormina potrebbero paradossalmente essere utili nel non tenere una potenza così importante e decisiva come la Russia troppo “lontana” dall’Ue e dunque anche dagli Usa.

“Reagiremo con forza contro l’ennesima provocazione della Corea del nord”: se non è guerra mondiale purtroppo poco ci manca. Le dichiarazioni del Giappone dopo l’ennesimo lancio di missile balistico di Pyongyang, tra l’altro questa volta affondato nel Mar del Giappone, sono durissime e non ammettono ulteriori provocazioni da parte del regime di Kim Jong-un. Il premier Shinzo Abe non ha dubbi: «Come abbiamo concordato nel recente G7, la questione della Corea del Nord è una priorità fondamentale per la comunità internazionale», ha fatto sapere in mattinata dopo l’ennesimo missile. Il capo di gabinetto del Governo nipponico Suga ha poi aggiunto come l’aggressione della Nord Corea è inammissibile: “Sparare un missile balistico in questo momento è estremamente problematico in termini di sicurezza degli aerei e delle navi”. Non solo, sempre secondo Yoshihide Suga, in questo modo la Corea del Nord ha superato e violato per l’ennesima volta la risoluzione votata dall’Onu.