Può, Facebook, essere il movente di un delitto? Per Alex Pititto, il 15enne accusato di aver ucciso il suo migliore amico, il coetaneo Francesco Prestia, potrebbe aver rappresentato la causa di quella violenta lite poi trasformatasi in tragedia. A darne notizia è il Corriere della Sera che racconta il dramma consumatosi a Mileto, piccolo centro in provincia di Vibo Valentia, dopo un like di troppo su Facebook. Tutto sarebbe nato da un “Mi piace” ed un commento che Francesco avrebbe lasciato sotto la foto di una ragazzina postata sul suo profilo social. Un gesto innocuo ma che per l’amico Alex sarebbe apparso come un indegno sgarbo talmente grave da dover essere affrontato anche a costo della vita. Da qui l’esigenza di incontrare l’amico in quello che, forse, per la vittima sarebbe dovuto essere un incontro chiarificatore in merito alla questione legata probabilmente a quella ragazzina contesa tra i due. Francesco avrebbe appreso da terze persone luogo ed ora dell’appuntamento con il suo rivale. Un appuntamento di cui nessuno avrebbe dovuto sapere e fissato per la sera dello scorso lunedì in una zona di campagna. Qui, in disparte da occhi indiscreti, i due 15enni avrebbero avuto un acceso litigio, fino a quando Alex, pensando di non farcela verbalmente ad affrontare l’amico, reo del grave sgarro compiuto su Facebook, avrebbe estratto una pistola appartenente al nonno (regolarmente detenuta) ed avrebbe esploso tre colpi verso l’amico.
Dopo l’omicidio, il 15enne si sarebbe prontamente recato dai Carabinieri per costituirsi, confessando il delitto dell’amico, il cui cadavere è stato trovato solo all’alba di ieri dopo che i genitori di Francesco, non vedendolo rincasare, avevano presentato denuncia. Il giovane assassino reo confesso proviene da una famiglia dove il concetto di “rispetto” e di “onore” sarebbe ben radicato: i genitori, il fratello 21enne ed un cugino sarebbero stati di recente arrestati poiché rei di essere a capo di un’organizzazione che trafficava cocaina in Sud America. Alex e Francesco erano migliori amici, inseparabili. Frequentavano la stessa scuola e forse l’unica colpa della vittima era quella di trovare piacevole la stessa ragazzina che probabilmente piaceva anche all’amico. Il caso è ancora ricco di lati oscuri anche alla luce della versione del 15enne che non convincerebbe del tutto gli inquirenti, i quali non escludono la presenza di altri ragazzi sulla scena del delitto, ammesso che sia la stessa in cui è stato rinvenuto il cadavere di Francesco.