Ieri il centro di Baghdad, oggi Kabul: ma è da anni in realtà che prosegue la campagna di sangue dell’Isis durante il mese sacro dell’Islam (il Ramadan), considerato ormai da tempo per Daesh il “mese sacro della jihad”). Il boato e la strage compiuta oggi contro civili afghani, praticamente tutti musulmani, conferma il tentativo dello Stato Islamico di colpire nel profondo chiunque non pratichi la “santa jihad” e non segua il Corano in tutti i suoi dettami. 90 morti, 350 feriti, l’ennesimo bilancio allucinante per questo lucida ma diabolica “sfida” dell’Isis a tutto il mondo musulmano (con gli attentati in Europa e Usa che invece riguardano gli attacchi contro il nemico “crociato” che purtroppo tutti noi conosciamo bene). Arriva intanto la condanna netta dalla Russia contro l’attentato islamista di Kabul, «L’orribile attentato terroristico è un’altro campanello d’allarme che segnala la necessità di abbandonare i due pesi e le due misure, per stabilire, finalmente, il totale coordinamento con la partecipazione di tutte le potenze estere senza eccezioni per sostenere il governo afgano nella lotta contro il terrorismo», spiega il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov.
Chi uccide nel mese sacro del Ramadan non merita appelli alla pace: è duro il commento di Abdullah, coordinatore del governo afghano, dopo l’attentato di Kabul. «Devono solo essere distrutti ed estirpati», ha scritto in un tweet. Nell’esplosione sono rimasti feriti anche alcuni funzionari dell’ambasciata tedesca, mentre un addetto alla sicurezza afghano e un autista della Bbc sono rimasti uccisi. L’attacco ha danneggiato anche l’ambasciata iraniana, ma risultano devastate anche le sedi della Azizi Bank, della compagnia telefonica Roshan e l’hotel Kabul Star. Gli inquirenti intanto osservano che è stato usato un quantitativo enorme di esplosivo da parte degli attentatori, quindi è ipotizzabile che il progetto fosse più ampio rispetto a un’autobomba. Il Papa ha espresso il suo cordoglio per le vittime dell’attentato di Kabul in un messaggio nel quale condanna questo brutale atto di violenza. «Sua Santità raccomanda le anime delle persone morte alla misericordia dell’Onnipotente e assicura al popolo dell’Afghanistan le sue preghiere continue per la pace», scrive il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin nel messaggio inviato all’ambasciatore dell’Afghanistan in Italia. (agg. di Silvana Palazzo)
È giunta poco fa la rivendicazione dell’Isis per l’attentato avvenuto in pieno quartiere diplomatico di Kabul, capitale dell’Afghanistan. Alle ore 8.25 la strage dell’autobomba ha provocato almeno 100 vittime e più di 350 feriti, ma il bilancio dei morti purtroppo è destinato a crescere ancora di più. In una intervista esclusiva rilasciata in collegamento a Rai news24, la figlia di Gino Strada, Cecilia, ha spiegato cosa sta succedendo tra caos e danni causati in quel di Kabul. «Il peggiore attentato nel Paese dal 2001 ad oggi», spiega Cecilia Strada, contattata anche perché l’ospedale di Emergency è stato danneggiato dall’esplosione fortissima udita in pieno quartiere delle ambasciate. Della Farnesina arriva la conferma che non vi sono feriti o vittime italiane, ma resta il terrore per vari esplosivi che sarebbero stati piazzati nei pressi delle principali ambasciate dei Paesi occidentali prima di esplodere nel medesimo momento, come ipotizza la Polizia di Kabul.
Dietro all’attentato di Kabul ancora manca una matrice che abbia rivendicato l’orribile strage in pieno giorno nel quartiere diplomatico: il bilancio purtroppo è ancora provvisorio, ma si confermano almeno 80 morti e 350 feriti con l’autonoma esplosa in una piazza cruciale e snodo della capitale afghana. Mentre in tanti attaccano i Talebani come possibili responsabili dell’attentato, in un tweet il loro portavoce Zabihullah Mujahid ha condannato ogni attentato mosso contro civili, spiegando che il loro gruppo non è usuale fare stragi di civili (questione alquanto discutibile, ndr). «Ogni attentato come questo che causa vittime civili», spiegano i Talebani, con le ipotesi che allora piombano ancora di più sull’Isis e sulla loro “campagna del Ramadan”, ovvero colpire civili musulmani che non seguono la jihad come invita il sedicente Stato Islamico. Nelle prossime ore ci saranno ovviamente aggiornamenti a riguardo, ma la paura e il terrore purtroppo non abbandonano questo Paese funestato praticamente ogni settimane da attentati contro tutto e tutti, senza una vera via di fuga “certa”.
Gravissimo attentato in Afghanistan avvenuto questa mattina nel centro di Kabul, non lontano dal quartiere generale della Nato. Il bilancio, ancora del tutto provvisorio, è già terribilmente tragico: sono almeno 80 i morti rimasti fatalmente colpiti dall’autobomba esplosa nel quartiere delle ambasciate, mentre i feriti che ancora sono molto difficili da contare per le varie agenzie internazionali, ma si aggirano attorno ai 300-350 feriti. L’attacco odioso è avvenuto stamani nell’affollato quartiere di Wazir Akbar Khan, vicino a tante ambasciate occidentali che fanno di quella zona una delle più ricche e meno disagiate della grande capitale afghana. È stata colpita, tra le altre anche l’ambasciata di Francia e Germania, e dalla Nato hanno fatto sapere che l’autobomba è esplosa proprio vicino al loro quartiere generale.
Le vittime però paiono essere quasi tutte civili impegnati nella normali faccende mattutine, tra pendolari che si recavano al lavoro e donne che si dirigevano verso i vari mercati. Una detonazione talmente forte, racconta l’Ansa, che ha distrutto in pochi istanti almeno 30 vetture mandando in frantumi vetri per alcuni chilometri degli edifici circostanti. L’attentato di cui ancora non è chiara la matrice terroristica, è stato compiuto nella piazza centrale di Zanbaq, vicinissima anche a molte emittenti locali e internazionali, colpite in alcuni studi.