Sono trascorsi quasi 17 anni dall’omicidio di Giampiero Tocco, uomo mafioso rapito e poi ucciso nell’ottobre 2010. Tutto si consumò davanti alla figlia Angela, che all’epoca dei fatti aveva appena 6 anni. Fu proprio la bimba, attraverso un suo disegno, a svelare la dinamica con cui avvenne il sequestro del padre e la sua uccisione ed ora, lo stesso disegno insieme alle dichiarazioni del pentito Antonino Pipitone, ha permesso l’arresto di altri 4 presunti killer di Giampiero Tocco. E’ quanto reso noto dal Corriere del Mezzogiorno nell’edizione di Palermo, nel dare notizia dei nuovi arresti, ricostruendo quel terribile delitto consumatosi quasi 17 anni fa. La piccola Angela, oggi ormai adulta, si trovava in auto con il padre quando 4 mafiosi, travestiti da poliziotti, lo fermarono intimandogli di accostare. Tocco era sospettato dell’omicidio del boss Giuseppe Di Maggio e per questo era intercettato. Per tale ragione, dopo il rapimento del padre, i Carabinieri riuscirono a captare attraverso le cimici installate nella sua auto l’angoscia della figlia di sei anni che chiamò al telefono la madre raccontandole quanto avvenuto al padre: “Mamma i poliziotti l’hanno portato via, l’hanno arrestato”.
Grazie a quel suo disegno di allora, fu possibile l’arresto di alcuni responsabili dell’assassinio di Giampiero Tocco, tra cui i due mandanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Solo oggi, a loro si aggiungono altri 4 nomi: Freddy Gallina, Vincenzo e Giovan Battista Pipitone e Salvatore Gregoli. Solo a distanza di anni dal delitto di Giampiero Tocco, ritenuto il responsabile dell’omicidio del boss Giuseppe Di Maggio, gli investigatori accertarono che Antonino Pipitone e Salvatore Gregoli, con il contributo di Freddy Gallina, Gaspare Pulizzi, Damiano Mazzola, Sandro e Salvatore Lo Piccolo, finsero il posto di controllo della polizia fermando la vettura di Tocco. L’uomo fu sequestrato e condotto in un’abitazione a Torretta dove fu prima interrogato, quindi strangolato. Pulizzi e Gallina si occuparono poi di caricare in un’auto il cadavere della vittima, poi sciolto nell’acido in contrada Dominici di Torretta alla presenza di quattro delle persone ora in arresto.