Era il 6 maggio del 2016 quando Maria Chindamo, l’imprenditrice agricola calabrese, spariva nel nulla. Un ritrovamento inquietante, quello della sua macchina con la portiera aperta ed alcune tracce di sangue al suo interno, ha sempre indirizzato gli inquirenti sulla pista dell’omicidio e non dell’allontanamento volontario. Quell’automobile, ritrovata da un suo collaboratore parcheggiata davanti all’ingresso dei terreni di sua proprietà a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia, non ha avuto però il potere di scoraggiare il fratello Vincenzo e la mamma Pina, ospiti in questi mesi in diverse trasmissioni televisive per cercare di sollecitare le ricerche e per smuovere le coscienze di chi sa ma non parla.



I due presenzieranno anche oggi negli studi di Chi l’ha visto, il programma di Federica Sciarelli all’interno del quale rivolgeranno l’ennesimo appello a parlare a chi crede di poter essere utile alle indagini. 

Nel frattempo, la consapevolezza che a Maria sia successo qualcosa di brutto viene condivisa anche dal suo ultimo compagno, un agente di polizia conosciuto a Rosarno. L’uomo, contattato da Alessandra Borgia di Quarto Grado, ha voluto parlare soltanto tramite sms:”Capisco che lei fa il suo lavoro, ma mi creda: per me non è semplice vivere con un ricordo presente tutti i giorni ora per ora….il ricordo di chi amo e la consapevolezza che per colpa dell’ignoranza non c’è più…quindi la invito nuovamente a demordere e di lasciarmi in pace..se così si può definire la mia esistenza”.



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