Continuano gli esperimenti della Corea del Nord, che potrebbe effettuare un altro test missilistico, l’ennesimo, in risposta a quello anti-balistico degli Stati Uniti. Provocazioni su provocazioni che fanno salire la tensione e il timore che sfoci in una guerra mondiale. La notizia è stata lanciata dal quotidiano statale nordcoreano Rodong Sinmun, secondo cui potrebbe avvenire in qualsiasi momento. «Per ordine del comando supremo siamo pronti in qualsiasi momento a in qualsiasi luogo a testare un missile balistico intercontinentale», recita l’articolo. L’autore ha lanciato poi un messaggio agli Stati Uniti e ai suoi alleati: ha, infatti, scritto che «nessuna potenza al mondo» potrà mai impedire a Pyongyang di accrescere il proprio potenziale nucleare e diventare una «potenza nucleare in Oriente» e «leader missilistico in Asia». Massima attenzione, dunque, da parte degli Stati Uniti, che intanto stanno affinando il sistema difensivo. (agg. di Silvana Palazzo)
Gli analisti sono scettici riguardo lo scudo antimissile degli Stati Uniti, studiato per eventuali minacce, come quella rappresentata dalla Corea del Nord. Non si esclude, però, l’utilizzo del sistema Gmd – Difesa di medio percorso su base terrestre – in funzione anti-iraniana. La prova generale sembra destinata a convincere l’opinione pubblica e la leadership di Pyongyang, visto che le perplessità sono tante. «Il Pentagono sapeva in anticipo che cosa sarebbe arrivato, da dove e quando. Insomma, l’impressione è che il test abbia solo lo scopo di rassicurare il pubblico Usa», ha dichiarato la specialista Laura Grego, della Union of Concerned Scientists, a Wired. Ancor più scettico è Philip Coyle, analista del Centro per il controllo degli armamenti e la prevenzione, ex capo della sezione test del Pentagono: «Questi esperimenti sono studiati per riuscire. Semmai c’è da stupirsi che spesso falliscano». Basta, infatti, dotare il missile balistico di contromisure per rendere inutili gli scudi difensivi. Il missile Kn-17 sperimentato dalla Corea del Nord, come riportato da la Repubblica, può correggere la rotta fino all’ultimo momento e colpire un obiettivo in movimento, come una portaerei, quindi si tratta di una tecnologia che va al di là della capacità di intercettazione del Gmd. (agg. di Silvana Palazzo)
La Russia dichiara ancora guerra al terrorismo Isis e lo fa con un lancio cospicuo di missili crociera Kalibr (simili ai Tomahawk americani) contro le basi di Daesh vicino a Palmira. L’offensiva Assad-Putin prosegue sui canali da “guerra” sempre più mondiale, visto che prima del lancio gli 007 russi hanno avvisato i partner e alleati Turchia, Israele e soprattutto Stati Uniti. Non solo la Corea del Nord, anche la Siria entra nell’assoluta urgenza strategica e militare. «I lanci sono stati annunciati dal ministero della Difesa russo e sono partiti dalla fregata Admiral Essen e dal sottomarino Krasnodar, fra le unità più avanzate della marina russa», riporta La Stampa questa mattina, dopo che le agenzie internazionali hanno rimbalzato la notizia direttamente annunciata dal Ministero della Difesa di Mosca. «Tutti gli obiettivi sono stati centrati – ha detto il Ministero che ha precisato come – “Stati Uniti, Turchia e Israele sono stati informati per tempo”.
Non si placa, non si ferma e sembra sempre più minaccioso (e voglioso evidente di una terza guerra mondiale) il dittatore della Corea del Nord, che minaccia direttamente gli Usa dopo aver spaventato Giappone e Corea del Sud con il terzo missile. Lo fa direttamente con le sue parole, rilasciate all’agenzia Kcna, «Il test del missile, una variante dello Scud, servirà a mandare un più grande pacco regalo agli yankee. Gli yankee dovrebbero essere molto preoccupati e i gangster dell’esercito marionetta sud-coreano saranno sempre più scoraggiati», spiega con toni non certo diplomatici il dittatore di Pyongyang.
Il regime ha di nuovo attaccato gli usa come responsabili delle provocazioni iniziali, con ‘invio di una formazione di bombardieri strategici b-1b sulla penisola coreana in una esercitazione congiunta con la Corea del Sud. Secondo Kim, queste esercitazioni preparerebbero al lancio di una bomba nucleare contro Pyongyang e per questo si giustifica nei nuovi missili come difesa agli attacchi degli “Occidentali”. La minaccia cresce e la necessità di una tregua è sempre più urgente.
Altisonanti e pericolosi, i toni innalzati dalla Corea del Nord con i nuovi missili balistici lanciati verso Seul e Tokyo, hanno rialzato il polverone nell’area più sotto osservazione per lo spauracchio-terza guerra mondiale nei prossimi mesi, il Pacifico. In una nuova alleanza potenzialmente fondamentale per stringere nella morsa il regime di Pyongyang, Cina e Giappone si sono trovati in un incontro con i rispettivi ministri degli Esteri, provando l’accordo sul caso-NordCorea e soprattutto cercando di superare gli storici “muri” che separano i due Paesi più ricchi che si affacciano sul Pacifico.
Il più alto diplomatico cinese, Yang Jiechi, si è recato a Tokyo per discutere di alleanze e accordi, specie dopo che il Giappone (su pressione Usa) ha richiesto un intervento più deciso della Cina sul contenimento della minaccia nucleare e missilistica. «Giappone e Cina devono lavorare insieme per spingere con forza la Corea del Nord a evitare ulteriori provocazioni e attenersi alle risoluzioni delle Nazioni Unite», ha dichiarato il ministro giapponese all’omologo cinese. La Cina viene vista, molto più della Russia in questo momento, come argine e cardine decisivo per contrastare le azioni “nucleari” del regime di Kim Jong-un.