Proseguono le indagini sugli ultrà giallorossi violenti condotte dal sostituto procuratore di Roma, Eugenio Albamonte e che presto vedrà tre indagati davanti al gup. Indagini che riguardano diversi filoni, come riporta Il Tempo, e che vanno dalle aggressioni ad alcuni turisti svedesi che indossavano la maglia della Lazio, fino ai fatti che porterebbero a creare disordini nel normale svolgimento delle partite con protagonista la squadra di calcio A.S. Roma, portando ad intimidire i giocatori del medesimo club. Gli episodi in questione riguarderebbero alcuni ultrà del gruppo “Padroni di Casa” e nell’ambito del processo, il giudice sarà chiamato a rispondere a due quesiti importanti: i giocatori della Roma sono stati minacciati? Ed ancora, hanno risposto con reticenza perché intimoriti dagli ultrà? Il pm e la Digos non avrebbero dubbi: i calciatori sarebbero stati sottoposti a “condizionamento psicologico” in seguito ai “ripetuti tentativi di intimidazione”. Di contro, la difesa e ed il Gip ritengono che le dichiarazioni rilasciate da alcuni calciatori, tra cui Totti, De Rossi e De Sanctis siano “assolutamente credibili”. Tutti e tre i giocatori avrebbero inoltre escluso di essere stati vittime di minacce e intimidazioni.



Le dichiarazioni del Gip andrebbero a contrastare quelle della Digos, secondo la quale solo le parole del portiere De Sanctis sarebbero da ritenere esaustive. In riferimento agli altri giocatori, Totti e De Rossi sarebbero stati “reticenti e spinti solo dalla volontà di sminuire l’accaduto”. Nel caso di De Rossi, quest’ultimo avrebbe addirittura negato l’evidenza di fronte alle minacce ricevute. Secondo le carte, dunque, i giocatori sarebbero stati ampiamente condizionati dal clima intimidatorio emerso, rendendosi protagonisti di “dichiarazioni palesemente omertose”. Ma come hanno reagito i calciatori? Francesco Totti, a tal proposito, ha confermato gli insulti, gli sputi ed il lancio di accendini da parte dei tifosi ultrà della curva sud, ma ha negato le minacce nei suoi confronti e di quelli dei suoi colleghi. “Non mi sono impensierito del loro atteggiamento anche se erano oggettivamente aggressivi nei nostri confronti”, ha dichiarato Totti. La loro presenza sotto la curva, sarebbe stata spontanea e non indotta da qualcuno. Anche De Rossi ha parlato di “toni sicuramente decisi ma non minatori”. Infine, Juan Manuel Iturbe ha dichiarato di non aver compreso le parole dei tifosi dette in romanesco, “pertanto non sono in condizione di riferire se alcuno dei tifosi mi abbia minacciato o meno”. Ora spetterà al tribunale stabilire la genuinità delle loro dichiarazioni.

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