Preoccupano le manovre militari e le alleanze pericolose della Corea del Nord, ben più delle trame della Cia, che sarebbero state inventate per propaganda domestica. Il Pentagono avrebbe prove dell’influenza di Pyongyang sull’Iran. L’ultima è arrivata quando l’Iran ha provato a lanciare questa settimana un missile a traiettoria guidata, Jask-2, da un sottomarino “nano”. Il test è fallito secondo i funzionari Usa, ma l’evoluzione missilistica non è passata inosservata. «I primi missili in assoluto che avevamo visto in Iran erano semplici copie di missili nordcoreani», ha dichiarato Jeffrey Lewis, esperto dell’Istituto Middlebury di Studi Internazionali a Monterey, come riportato da Libero. «Nel corso degli anni, abbiamo notato fotografie di ufficiali nordcoreani in Iran e di militari iraniani in Nord Corea, e abbiamo visto tutta una serie di macchinari comuni». Intanto la Camera di Washington ha votato nuove sanzioni economiche contro Pyongyang, prendendo di mira in particolare il settore delle spedizioni e dei campi penali di lavoro. Nella misura è previsto un rapporto entro tre mesi che stabilisca se la Corea del Nord vada inserita nella lista degli sponsor del terrorismo. (agg. di Silvana Palazzo)
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) teme lo scoppio della Terza guerra mondiale: «Abbiamo prove che il programma nucleare della Corea del Nord procede», ha rivelato il capo Yukiya Amano ai microfoni della Suddeutsche Zeitung. Lo ha detto senza mezzi termini e senza mascherare un po’ di timore. «Tutte le prove suggeriscono dei progressi nell’armamento. E questo ci preoccupa». Gli ispettori dell’AIEA non sono più autorizzati a recarsi in Corea del Nord, ma con le immagini satellitari riesce a controllare la situazione a distanza. La Corea del Sud teme, dunque, un attacco missilistico: lo scudo THAAD può intercettare fino a un massimo di 48 missili, ma lì non si sentono comunque al sicuro. Paura anche in Giappone, dove qualche datore di lavoro consiglia ai suoi dipendenti di parcheggiare le auto e correre a nascondersi in caso di attacco. «Abbiamo sempre pensato che il missile della Corea del Nord non sarebbe mai arrivato, ma ora i test missilistici sono diventati quasi di routine. Dovremo accettarne le conseguenze», ha dichiarato un cittadino giapponese. (agg. di Silvana Palazzo)
Se il presunto tentativo di uccidere Kim Jong-un da parte della Cia e dei servizi segreti della Corea del Sud si rivelasse fondato, la Corea del Nord leggerebbe l’attentato come una dichiarazione di guerra nei suoi confronti ed ecco che lo spettro di una Terza Guerra Mondiale tornerebbe a far capolino in maniera realmente preoccupante. A chiarire la posizione della Corea del Nord è stato il ministero della Pubblica Sicurezza di Pyongyang in un comunicato apparso sull’agenzia di stampa statale, la Korean Central News Agency. Secondo la Corea del Nord, il National Intelligence Service (NIS) sudcoreano nel 214 reclutò un taglialegna nordcoreano residente in Russia ordinandogli di uccidere Kim. All’uomo vennero consegnati 20mila dollari e un trasmettitore satellitare: una volta giunto in Corea del Nord avrebbe ottenuto altri soldi e la collaborazione di altri infiltrati. L’attentato sarebbe dovuto avvenire nel corso di una parata militare con agenti chimici al mausoleo di Kim Il-sung, il nonno dell’attuale dittatore Kim Jong-un. (agg. di Dario D’Angelo)
Durissimo comunicato della Corea del Nord che, tramite l’agenzia stampa di Stato, ha attaccato gli Usa e la Corea del Sud per aver tentato di uccidere il leader Kim Jong-un con una sostanza tossica bio-chimica. Un fulmine a ciel sereno che potrebbe, come spesso capita, essere derubricato a manifestazione di propaganda per fini interni: ricordiamo come Hitler, oltre all’unico vero attentato contro la sua vita, tra l’altro fallito, è stato “coinvolto” secondo la propaganda in tanti altri atti contro la sua vita, il tutto completamente falso ovviamente. Resta per molto duro il messaggio lanciato da Pyongyang che di certo non diminuisce i toni da guerra mondiale che sono purtroppo ancora in corso tra Washington e la penisola coreana. «Staneremo e distruggeremo senza pietà fino all’ultimo i terroristi dell’americana Cia e del servizio di intelligence nazionale della Corea del Sud», sono le parole dure del regime che addossa un presunto attentato alla vita di Kim negli scorsi giorni. Secondo Pyongyang, la Cia e Seul hanno tentato di far fuori il dittatore nordcoreano e per questo motivo ora subiranno le ire e le conseguenze dello stesso Kim Jong-un, afferma l’agenzia di stato: «Attacchi terroristici in stile coreano cominceranno da questo momento per spazzare via le organizzazioni di intelligence produttrici di complotti degli imperialisti Usa e la cricca fantoccio», è l’ultima minaccia prodotta contro Trump e gli alleati della Corea del Sud.
Una soluzione dannosa, disastrosa e con esiti irreparabili: non ci va certo giù “tranquillo” il messaggio del ministro degli Esteri russo rispetto allo scontro da ormai quasi “terza guerra mondiale” tra Stati Uniti e Corea del Nord. Secondo Sergey Lavrov, a colloquio con l’omologo finlandese Timo Soini, ha voluto commentare le ultime schermaglie tra Trump e Pyongyang con grave serietà. «Per quanto riguarda il problema nucleare della penisola coreana, siamo convinti che esista solo una soluzione politica. Qualsiasi tentativo di risolvere la situazione con mezzi militari sarà disastroso». Una tensione che ovviamente la Russia non ha generato ma che guarda con preoccupazione, specie per le possibili conseguenze umanitarie, sociali, economiche e ovviamente politiche di uno scontro nel Pacifico: da un lato un piccolo ammorbidimento da parte di Trump negli ultimi giorni, dall’altro il lavoro sotto traccia di Cina – e forse della stessa Russia – per provare a distendere gli animi (e i rapporti commerciali in corso tra questi Paesi) al governo di Kim Jong-un. Certo, vedendo l’ultima minaccia fatta dal regime nordcoreano, fa intuire come i rapporti e gli scenari siano molto più complessi di quanto già possono apparire.