La caccia a Igor Vaclavik sta portando a numerose scoperte ma ancora sembra essere lontana la fine della fuga del pericoloso assassino 46enne serbo. Intanto, le forze dell’ordine impegnate a dare la caccia all’uomo, Norbert Feher, conosciuto come Igor il russo, durante i controlli in corso si sarebbero imbattute in una persona armata. Ne dà notizia il portale Estense.com che rivela il fermo dell’uomo armato, un 64enne di nazionalità italiana, bloccato dai Carabinieri della Stazione di Argenta assieme allo Squadrone Eliportato Cacciatori Sardegna. Il soggetto è stato denunciato a piede libero per il reato di porto illegale di arma da sparo poiché sprovvisto della necessaria autorizzazione al porto. Non è la prima volta che coloro che sono impegnati nella ricerca del super fuggitivo si imbattano in situazioni illegali di altra natura, con presenza di armi o droga. Intanto la fuga di Igor Vaclavik dura imperterrita da oltre un mese e la speranza dei “cacciatori” è quella di riuscire presto a porre fine. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



La caccia a Igor Vaclavik prosegue incontrastata da oltre un mese. Tanti gli avvistamenti del pericoloso serbo 36enne che continua la sua fuga nonostante l’impegno di migliaia di uomini. Intanto, come rivela Repubblica.it, le famiglie delle vittime che si sono imbattute in Igor il russo, hanno intenzione di presentare esposti e richieste di risarcimento al fine di ottenere piena giustizia. Sotto accusa sarebbero soprattutto le istituzioni, non a caso l’avvocato Fabio Anselmo che assiste i figli di Valerio Verri, la guardia ecologica di Portomaggiore, starebbe preparando un esposto da presentare in Procura al fine di fare chiarezza su eventuali responsabilità di chi permise che Verri potesse essere di pattuglia insieme al collega Ravaglia in una zona poi interdetta. “Se è stata interdetta dopo la morte per motivi di sicurezza, perché non lo hanno fatto prima? Verri era un volontario, era disarmato, e non doveva essere lì”, ha asserito in merito il legale dei figli. Anche la moglie del primo uomo ucciso di Igor Vaclavik, il barista di Budrio Davide Fabbri, starebbe pensando di chiedere un risarcimento allo Stato per la mancata espulsione dall’Italia di Norbert Feher, già condannato in passato per rapine. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



La ricerca è serrata, le tracce ci sono ma per Igor Vaclavik la cattura è ancora lontana: il killer di Budrio che sta seminando il panico nelle campagne tra il Ferrarese e il Bolognese, vede impegnati ancora tanti uomini delle forze dell’ordine senza però un risultato convincente finora. Interrogato dagli inquirenti, la guardia giurata ferita assieme all’assassinio di Valerio Verri ha voluto raccontare quegli attimi terribili (oggi rivelati dai colleghi della Nuova Ferrara). «Urlava bastardo mentre sparava, tre colpi in successione, micidiali, che non lo hanno ucciso, solo grazie al suo fisico massiccio, che gli ha permesso di sopravvivere», racconta Marco Ravaglia, salvatosi dall’agguato di Mezzano dell’8 aprile scorso solo fingendosi morto dopo essere stato ferito per fortuna non gravemente. Valeri Verri non ce l’ha fatta, Marco sì nonostante i tre colpi sparati contro di lui dalla furia omicida, quella stessa furia che deve al più presto essere braccata per evitare altro inutile sperimento di sangue innocente. (agg. di Niccolò Magnani)



Non conosce sosta la caccia a Igor Vaclavik: l’uomo accusato di aver ucciso Davide Fabbri – il barista di Riccardina di Budrio -, Valerio Verri – la guardia ecologica volontaria – e con ogni probabilità anche il metronotte Salvatore Chianese, letteralmente braccato dagli uomini dei reparti speciali che da oltre un mese sono sulle sue tracce. Secondo gli inquirenti, Igor il russo, il cui vero nome potrebbe essere Norbert Feher, non sarebbe mai uscito dalla zona rossa di 40 km quadrati fatta di boschi e campagne compresa tra le province di Ferrara e Ravenna. Di pari passo con le ricerche, intanto, si susseguono gli avvistamenti da parte dei normali cittadini che sperano di offrire il loro contributo alle indagini. Una delle segnalazioni più importanti delle ultime ore è stata quella di alcune infermiere della struttura sanitaria di Bando, frazione di Argenta, un comune di 22.000 anime, dove Igor sarebbe stato avvistato due volte tra lunedì e martedì scorso.

A riportare l’accaduto è Libero, secondo cui le due infermiere in un primo momento avrebbero scambiato Igor per un senzatetto alla ricerca di farmaci. Soltanto nel momento del secondo avvistamento le due donne si sarebbero convinte che quello che avevano di fronte era probabilmente il ricercato più pericoloso d’Italia. Ma che bisogno aveva Igor di recarsi in ospedale? Forse è ferito, forse ha bisogno di medicinali per curare qualche altro tipo di patologia. Fatto sta che Igor potrebbe non essere al meglio e la cattura a questo punto sempre più probabile. Nonostante questo, le infermiere a fine turno si sono sfogate in una tabaccheria del posto e pur rivendicando la bontà della loro segnalazione -“Era lui!”- se la sono presa con loro stesse:”Dovevamo chiamare subito i carabinieri”. Un rimpianto che si spera non costi la vita ad altri innocenti…