Il suo dovere lo ha fatto: da quando è amministratore delegato della Tim, Flavio Cattaneo ha portato l’azienda a una impennata positiva che ha fatto registrare quest’anno ben 4,8 miliardi di euro, l’8,5% in più dello scorso anno e il miglior risultato dal 2012. A questo punto uno si potrà anche chiedere cosa fa in concreto un manager di questo livello, nel senso quanto è merito della singola persona o del team di cui si circonda, o dell’azienda intera. Sono interrogativi un po’ misteriosi e destinati a restare tali, ma in un quadro generale di super manager e super amministratori delegati che portano le aziende che vengono loro affidate al fallimento (vedi il caso Alitalia) c’è solo da battere le mani. D’altro canto questi personaggi prendono per il lavoro loro offerto stipendi da capogiro, dunque il minimo che possono fare è far guadagnare l’azienda. Nel caso del signor Cattaneo, marito della nota attrice Sabrina Ferilli, si parte con un compenso fisso di 1,4 milioni lordi all’anno. Grazie poi ai risultati ottenuti calcolati con calcoli complicatissimi (compenso variabile a breve termine nella misura pari a target a euro 1.400.000 e ricavi da servizi e iniziative strategiche) si ottiene un punteggio che gli ha permesso di aggiungere altri 1.720.180 euro allo stipendio base. Nel suo contratto base è previsto poi uno “special award” della durata di quattro anni che può fargli ottenere un massimo di 40 milioni. Nel primo anno di servizio ha già ricevuto 9.344.842 euro lordi una parte in contanti l’altra in azioni. Ci sono poi altre percentuali altrettanto complicate, guadagni di qua e guadagni di là: alla fine della fiera il signor Cattaneo ha portato a casa 15,8 milioni. A questo punto quella che potrebbe sembrare la solita storia di Paperon de Paperoni sulla fatica altrui diventa una bella favola. L’amministratore di Tim ha infatti dichiarato che regalerà 7 di questi milioni di euro a famiglie di dipendenti della Tim in difficoltà (ancora da identificare). Be’, un bel gesto davvero. Il tutto in un quadro aziendale dove i lavoratori della Tim stanno protestando per tagli del personale e stipendi ritenuti troppo bassi. Lui risponde così: “Abbiamo tutelato il lavoro, salvaguardando il perimetro occupazionale e sotto il profilo economico ricordo il riconoscimento di un premio “una tantum” relativo alla performance 2016 e l’introduzione di politiche premiali fortemente meritocratiche”. A questo punto c’è solo da sperare che altri top manager seguano il suo esempio. Anzi e se tutti quelli che hanno portato l’Alitalia al fallimento disastroso in cui si trovano restituissero i milioni di euro presi in questi anni? Sarebbe ancora meglio.