Mentre Pomeriggio 5 ritorna tra qualche minuto sul caso-annoso di Igor il Russo con le ultime novità legate agli ultimi giorni passati dal killer di Budrio nelle campagne del ferrarese e del bolognese, un’aggiornamento fatto questa mattina dalle forze dell’ordine nei boschi in provincia di Ferrara potrebbe far ricostruire molto delle ultime tracce di Norbert Feher. È stato ritrovato infatti il cellulare del presunto killer quasi tre settimane fa in un prima tana che aveva “ospitato” Igor Vaclavic, ma ora finalmente il lavoro dei reparti specifici hanno rintracciato e decrittato i codici Imei. In questo modo sono in procinto di scoprire gli ultimi passi compiuti dall’assassino in queste settimane di completa fuga, e non solo: come riporta il Resto del Carlino, «quello stesso telefono potrebbe essere stato usato da Igor lo scorso 29 marzo, quando una guardia giurata era stata aggredita a Consandolo, probabilmente da Igor». Quello stesso telefono che la guardia giurata ferita aveva raccontato essere all’orecchio di Igor il Russo nel momento degli spari e che proverebbe dunque la presenza di una possibile rete di fiancheggiatori che starebbero agevolando la fuga di Norbert Feher-Igor Vaclavic. (agg. di Niccolò Magnani)

Oggi è un mese dall’omicidio di Valerio Verri, la seconda delle vittime (accertate) di Igor il Russo, sotto continue ricerche da oltre un mese per aver ucciso anche il barista di Budrio. Proprio in questa triste ricorrenza giunge pubblicamente il ricordo doloroso e drammatico della figlia di Valerio, Francesca Verri, che comprensibilmente lamenta questa vicenda dai contorni assurdi e purtroppo per la sua famiglia anche tragici. «Domani sarà un mese. Ieri ho letto sul giornale come è stato ucciso mio padre. L’ho letto insieme a mio fratello. Non voglio parlare di nostra madre. Siamo una famiglia normale che ora si trova a vivere una vita completamente diversa», scrive su Facebook la figlia del volontario assassinato da Igor Vaclavik – Norbert Feher. A Pomeriggio 5 oggi si torna a parlare ancora di Igor con altre testimonianze in diretta e che ricorderanno anch’esse il terribile omicidio del 7 aprile scorso. «Sono tante le domande che ci poniamo. Non possiamo fare a meno di pensare perché il servizio che svolgeva nostro padre insieme alla polizia provinciale non sia stato fermato prima. Intorno a noi giornalisti e uomini delle forze dell’ordine che continuano a cercarlo. Noi cerchiamo nostro padre. Non lo troveremo mai più», conclude senza più parole Francesca Verri, sempre su Facebook. (agg. di Niccolò Magnani)

La caccia a Igor Vaclavik si fa sempre più serrata e attualmente, dopo le numerose segnalazioni, l’attività delle Forze speciali sembra essere giunta ad un punto morto tanto da aver avanzato un quesito: il killer di Budrio e Portomaggiore è davvero imprendibile? A rispondere, intervistato in esclusiva da Il Giornale, è stato il Comandante Alfa, l’uomo che guida la caccia a Igor il russo. “Assolutamente no. Igor verrà preso vivo o morto”, ha commentato deciso. Il cerchio attorno al latitante, ha assicurato l’uomo, si è ristretto sempre di più. “Ci vuole pazienza: abbiamo a che fare con un soggetto estremamente pericoloso che, da un momento all’altro, potrebbe uscire allo scoperto e fare fuoco”, ha spiegato. Non solo nella zona rossa ma nell’intero Paese: è qui che si sta cercando Igor-Norbert, sulle cui tracce ci sarebbero circa 800-1000 uomini armati di Beretta e altre armi di precisione. L’uomo a capo delle operazioni di ricerca ha spiegato quali elementi starebbero avvantaggiando lo spietato killer in fuga: “Il territorio in cui si muove è pieno di nascondigli, tra casolari abbandonati ed erba alta. Senza tralasciare la presenza di corsi d’acqua attraverso cui Igor, servendosi di una barca, si può spostare più velocemente. In questo caso anche il lavoro dei cani molecolari viene vanificato, gli animali perdono il fiuto e bisogna ricominciare da capo”. Non esclude, inoltre, che possa avere dei complici, come già emerso dalle fitte indagini in corso.

Cattive notizie per chi è sulle tracce di Igor Vaclavik, lo spietato killer di Budrio in fuga dallo scorso primo aprile. A distanza di una settimana, Igor-Norbert commise il suo secondo delitto, quello a scapito del povero Valerio Verri, guardia volontaria. Da allora è trascorso un mese esatto, ma la fuga di Igor il russo procede incontrastata. A rendere più difficoltose le operazioni di ricerca, ora si aggiunge la pioggia. Stando a quanto reso noto dal quotidiano Il Resto del Carlino nell’edizione online, proprio queste due giornate di maltempo potrebbero aver compromesso ulteriormente le tracce olfattive legate agli ultimi movimenti del killer di Budrio. E’ possibile dunque che l’uomo abbia guadagnato vantaggio rispetto agli uomini dei reparti speciali che da settimane lo cercano senza sosta anche con l’aiuto dei cani molecolari. A tal proposito, un esperto intervenuto nei giorni scorsi alla trasmissione Pomeriggio 5 ha in parte smentito le difficoltà delle unità cinofile nell’ipotesi in cui Igor Vaclavik dovesse optare come via di fuga i canali d’acqua. Non è infatti del tutto vero asserire che in presenza di acqua i cani non siano in grado di fiutare le tracce.

Chi indaga su Igor Vaclavik, sa bene che non può tralasciare nessun aspetto della sua vita, presente e passata. Per questo, in contemporanea alle ricerche nella “zona rossa” – sempre più ristretta -, gli inquirenti hanno voltato la loro attenzione anche al privato dell’uomo più ricercato d’Italia. E ciò che ne è emerso è una doppia vita ed un doppio volto, rimasti all’oscuro di tutti fino a pochi mesi fa. Perché Igor il russo, o Norbert Feheer (il suo vero nome) continuava ad essere conosciuto e rispettato a Consandolo e Portomaggiore, ma nel frattempo temuto in tutto il territorio, sebbene nessuno ancora conoscesse la vera identità del pericoloso ladro poi trasformatosi in spietato assassino. “Gentile e garbato con tutti”, così veniva descritto da chi lo frequentava nel bar di Ospital Monacale, nel Ferrarese, come riporta il quotidiano Il Resto del Carlino nell’edizione online. “Solo dopo abbiamo capito chi era quell’uomo”, dicono di lui oggi.

E mentre di giorno appariva gentile agli occhi dei più, la sera indossava i panni del terrore. “Avevamo paura, la sera ci si barricava in casa come adesso. Fu una liberazione quando venimmo a sapere che era stato catturato. Si faceva chiamare Igor, Igor il russo”, è lo sfogo degli abitanti. Igor il russo rimase in carcere per diversi anni, poi poté usufruire dell’uscita anticipata di sei mesi per buona condotta. Perché Igor-Norbert, negli anni dietro la cella, studiò attentamente l’intero mondo carcerario, capendo fino in fondo come avrebbe dovuto agire per poter uscire al più presto.

Dopo essere tornato in libertà, Igor Vaclavik partecipò ad una festa di nozze a Vigarano Mainarda, nell’alto ferrarese. Il matrimonio tra due giovani di famiglia rom, si svolse in una discoteca e nell’album della festa spunta anche il volto di colui che, due anni dopo, sarebbe stato super ricercato per gli omicidi di Budrio e Portomaggiore. Nonostante avesse scontato la sua pena, Igor-Norbert non aveva tutti i conti in ordine con la legge poiché entro sette giorni avrebbe dovuto lasciare l’Italia, raggiunto da un decreto di espulsione. Nonostante questo, il futuro spietato killer accettò l’invito al matrimonio presentandosi nel massimo della sua eleganza. Pochi giorni dopo, quando ormai sarebbe dovuto essere a Subotica, suo paese natale al confine fra la Serbia e l’Ungheria, Igor Vaclavik scatenò l’inferno in tutto il Ferrarese a partire dalla rapina con aggressione, nella sua abitazione, di Alessandro Colombani.

Quella fu solo la prima di una lunga lista di aggressioni e furti che si susseguirono nelle successive settimane e che vedevano protagonista la banda di Igor il russo e vittime quasi tutti anziani, massacrati e legati all’interno delle proprie case. Sono trascorsi quasi due anni da quel matrimonio particolare ed i gestori del locale non potevano immaginare di aver accolto uno spietato criminale, oggi ricercato in seguito ad una fuga lunga oltre un mese: “Gli invitati non diedero nessun problema”, raccontano, mentre sale l’ansia in merito alla caccia all’uomo e che ad oggi, a parte le numerose segnalazioni spesso sfociate nella vera psicosi, non avrebbe ancora portato a nulla di concreto.