Un giovane prete di un paese devastato dal terremoto investe ingenti quantità di denaro in festini gay nei quali circolano escort e massicce dosi di cocaina e crack. La scoperta è stata fatta da Dagospia, secondo cui il sacerdote si è distinto per crociate moralistiche e populiste contro politici e istituzioni spendaccione. Il sito ha indagato sulla vita parallela del prelato: ha scelto un appartamento a Roma Sud come quartiere generale per le sue selvagge notti e una delle sue passioni è il crack, di cui fa un uso smodato e sconsiderato. Dandolo scrive che spende migliaia di euro, conosce tutti i pusher romani e spesso li riceve in casa, coinvolgendoli addirittura nelle sue pratiche sessuali. Inoltre, il giovane prete è un assiduo frequentatore di Growlr, una chat per gay barbuti e in carne. Si celerebbe lui, dunque, dietro il nickname “Roman”. Ne ha scelto un altro per Skype, ma Dagospia non lo rivela. Qui comunque le conversazioni sono molto più esplicite.
Dandolo racconta anche di festini interminabili dove si alternano uomini conosciuti in rete ed escort professionisti. Sono stati contattati alcuni partecipanti che lo accusano anche di essere un usuraio, perché presterebbe denaro a persone in difficoltà con tassi di interesse altissimi. Pare, infatti, che un paio di gay capitolini siano stati rovinati dal giovane prete, la cui famiglia vive da un’altra parte dell’Italia. Ma come fa ad avere tanti soldi? Ha una grossa eredità da spendere o usa i soldi delle sue parrocchie terremotate che ricevono tante donazioni dai privati e dalla Curia? Il caso è destinato a far discutere, del resto sul tema è intervenuto oggi papa Francesco, che considera la doppia vita dei preti una brutta malattia della Chiesa. A tal proposito il pontefice ha esortato i sacerdoti a «predicare in modo semplice» e «non essere intellettuali ma parlare al cuore», perché «le parole, senza l’esempio di vita, non servono».