Il caso di Mario Biondo è tutt’altro che chiuso, anche se rischia di essere archiviato presto come suicidio. Un’ipotesi di fronte alla quale la famiglia, ed in modo particolare la madre Santina, non intendono fermarsi. Oltre ad aver intravisto “errori grossolani” nel lavoro dei due pm palermitani, la madre del giovane cameramen trovato morto in Spagna nel maggio 2013 ha puntato il dito anche contro il medico legale e consulente della procura Paolo Procaccianti, che di fatto ha confermato l’ipotesi del suicidio. Ad eseguire l’autopsia dopo la riesumazione della salma fu proprio Procaccianti il quale non intravide sul corpo di Mario Biondo segni né di violenza né di pressione. La madre del giovane, sulle pagine del settimanale Giallo ha replicato duramente: “Le motivazioni del professor Procaccianti sono assolutamente contestabili”. La donna lo accusa di non aver considerato i segni sulla schiena “incompatibili con una morte da impiccamento”, come evidenziato dalle foto del corpo al momento del ritrovamento. Non solo: secondo Santina Biondo, il medico legale avrebbe analizzato il corpo riesumato del 31enne “a occhio”, ovvero senza svolgere alcuna radiografia. L’intenzione della famiglia del giovane siciliano, quindi, è quella di non fermarsi davanti a nulla e di procedere nella sua battaglia al fine di fare assoluta chiarezza sulla morte del proprio caro.
Le indagini sulla misteriosa morte di Mario Biondo, il cameramen palermitano trovato privo di vita il 30 maggio 2013 nella sua abitazione, impiccato con una sciarpa alla libreria, si starebbero avviando verso una drammatica archiviazione. Un’ipotesi che incontra la grande opposizione della famiglia del giovane 31enne, morto a Madrid e il cui decesso non ha mai convinto fino in fondo, alla luce delle numerose contraddizioni emerse nel corso delle indagini. “La nostra battaglia per scoprire chi ha ucciso nostro figlio andrà avanti”, aveva dichiarato qualche giorno fa a Repubblica.it la madre della vittima, Santina D’Alessandro. Al momento si tratta di una indiscrezione, ma la temuta archiviazione del caso potrebbe giungere presto anche se la famiglia Biondo non si arrende ed intende andare avanti fino a quando giustizia non sarà fatta.
La madre del cameramen siciliano, di recente ha rilasciato una nuova intervista al settimanale Giallo ribadendo come siano state fornite, da parte loro, tutte le prove relative all’omicidio di Mario Biondo, mettendo in discussione anche le testimonianze, a partire da quella di Raquel Sanchez Silva, giornalista televisiva e moglie della vittima. Per la donna, ci sarebbero tutte le prove che smentirebbero o comunque ribalterebbero in toto quanto finora emerso dalle indagini spagnole, a partire dal corpo di Mario, rinvenuto di mattina e non nel pomeriggio come invece si legge sui verbali spagnoli. La famiglia avrebbe inoltre accertato come i computer del ragazzo siano stati manomessi. Alla luce di ciò, la madre si domanda: “Cosa pretendevano di più i magistrati italiani? La confessione del delitto?”. Una provocazione dettata dalla rabbia e dall’amarezza derivante dai risultati finora ottenuti, a quasi quattro anni dalla morte misteriosa del proprio caro.
Tra pochi giorni ricorrerà perla famiglia Biondo una data molto dolorosa: sono trascorsi quasi quattro anni dalla tragedia che ha sconvolto le loro vite, in seguito alla morte di Mario. Da allora, la verità non sarebbe ancora emersa e forse potrebbe giungere un’altra terribile notizia, in seguito alla paventata archiviazione del caso per suicidio. Nonostante i dubbi sollevati dalla famiglia del cameramen 31enne, infatti, pare che gli inquirenti non siano stati affatto convinti a proseguire negli accertamenti. Indiscrezioni a parte, tuttavia, è lo stesso avvocato dei Biondo, Carmelita Morreale, a precisare sulle pagine del settimanale diretto da Andrea Biavardi: “A oggi non mi è stato ancora notificato alcun provvedimento di richiesta di archiviazione in merito al fascicolo di Mario Biondo”. Il caso, dunque, è ufficialmente ancora aperto presso la procura di Palermo.
In ogni caso, nell’ipotesi di effettiva richiesta di archiviazione, è la stessa difesa della famiglia della vittima ad annunciare l’intenzione di voler proseguire con la loro battaglia: “Ci opporremo senza alcun indugio”. In merito al lavoro finora svolto dai due pm titolari dell’inchiesta, Calogero Ferrara e Claudio Camilleri, i parenti di Mario Biondo avrebbero intravisto una eccessiva lentezza unita ad “errori grossolani”. Anche per questo, lo scorso 5 aprile si è proceduto alla richiesta presso la Procura Generale della Corte d’Appello di Palermo dell’istanza di avocazione delle indagini. Ciò significa che i genitori di Mario Biondo vorrebbero che ad occuparsi del caso non siano più i due pubblici ministeri bensì la procura generale di Palermo.