Tragedia a Milano, dove nella giornata di ieri un giovane migrante del Mali ha deciso di farla finita impiccandosi ad un pilone della Stazione Centrale. Un dramma che ha aperto la strada alle polemiche sul tema immigrazione e che si è consumato nei pressi di uno dei maggiori bivacchi della città meneghina, che da tempo ospite numerosi immigrati. A riportare oggi la notizia è Blitz Quotidiano, che ripercorre le tappe di una domenica drammatica culminata nel suicidio del 31enne africano richiedente asilo, in Italia da un anno e mezzo. L’uomo ha deciso di farla finita impiccandosi ad un pilone dal muro della stazione, poco prima di mezzogiorno. A dare l’allarme un passante, che dal marciapiede avrebbe visto il corpo del migrante penzolare, allertando così il 112. All’arrivo dei soccorsi (vigili del fuoco, ambulanze e carabinieri), il giovane respirava ancora ma dopo essere stato trasportato d’urgenza al Niguarda, i sanitari non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Un caso di degrado e solitudine quello relativo al migrante suicida a Milano, sprovvisto di documenti. Nessuno si sarebbe fatto avanti dicendo di conoscerlo. Solo attraverso le impronte digitali è stato possibile risalire alla sua identità. Attorno alla sua morte non ci sarebbe alcun dubbio che si sia trattato di suicidio, e, come riporta RaiNews, anche per tale ragione non sarebbe stata disposta neppure l’autopsia.
Dopo il suicidio del migrante a Milano, si sono ovviamente accese le polemiche. Dall’amministrazione comunale è giunto un comunicato nel quale veniva espresso il cordoglio per l’accaduto ma sottolineando che “è indispensabile insistere, ancora più di prima, a sostegno delle buone pratiche di accoglienza e integrazione”. L’ex vicesindaco e capogruppo di Fdi-An Riccardo De Corato ha parlato di “frutto avvelenato della politica di accoglienza”. A commentare l’episodio drammatico è stata anche la consigliera Silvia Sardone: “Ecco i danni di un’immigrazione senza freni”. La donna, come riporta Il Giornale, ha anche parlato di “illusione che tante anime belle di sinistra offrono agli immigrati. “Vivrete meglio in Italia” – sintetizza – la realtà è ben diversa, tra degrado e delinquenza, l’accoglienza è solo un business”.