A 25 anni dalla legge che regolamenta le aree protette, la situazione dei parchi pubblici italiani continua ad essere contaminata dall’abusivismo edilizio, gare motociclistiche clandestine e molto altro. Una condizione che riguarda anche alcune delle aree verdi pubbliche più rinomate, come il Parco del Gargano. A premere perché il quadro generale cambi sono le associazioni ambientaliste, che puntano il dito contro il Piano del Parco, ovvero le norme che regolamentano cittadini e aziende nel rispetto dei valori ambientali del nostro Paese. Se ne parlerà questa sera, lunedì 8 maggio 2017, nella nuova puntata di Report. Diverse le misure intraprese dagli enti preposti per salvaguardare i parchi pubblici e contastare l’abusività, ma insufficienti e non ottimali per una programmazione a largo raggio. Nel caso del Parco Nazionale del Gargano, illustra il rapporto Ecomafia 2015, stilato da Legambiente, si parla inoltre di 802 infrazioni alle norme per quanto riguarda l’abusivismo edilizio.
Un uso del suolo scellerato, a cui si aggiunge l’impossibilità di procedere con la demolizione. In questo caso, infatti, il ripristino dei parchi pubblici prevede ordinanze di demolizione che tuttavia l’Ente Parco non sembra emettere. Eppure la tempestività è fondamentale in questo caso per frenare la compromissione dei parchi pubblici, soprattutto per evitare che in questi anni continuino a verificarsi gli abusi. A tutto questo si aggiungono anche le gare motociclistiche illegali e il taglio abusivo di legna, oltre al bracconaggio. La repressione messa in atto dalle forze dell’ordine, spiega Rodigarganico.info, è comunque insufficiente: di fronte a reati simili non è possibile fare materialmente nulla. A fronte di multe e sanzioni, infatti, non è possibile ripristinare l’area boschiva una volta danneggiata.