-Gianni Micalusi, detto Johnny, titolare del ristorante dei vip “Assunta Madre” di Roma finito in manette con le accuse di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita, era specializzato nel condurre operazioni di questo tipo. Gli inquirenti, nella conferenza stampa seguita all’arresto di oggi – come riportato da Il Fatto Quotidiano – hanno dichiarato che Johnny si è dimostrato “capace di costituire numerose e redditizie attività commerciali” grazie a investimenti immobiliari, “avendo cura di intestare i beni a prestanome privi di risorse economiche, per evitare di figurare come titolare effettivo, pur mantenendone saldamente la direzione”. Micalusi utilizzava i figli come “teste di legno”: l’intento era quello di non apparire come titolare formale delle società che dirigeva. Oltre al ristorante sono state sequestrate anche la Metro Fish s.r.l., il Centro ittico laziale s.r.l (società di commercio di prodotti ittici, ndr) e la Papa Giulio s.r.l., specializzata nella gestione di esercizi pubblici e di ristorazione. (agg. di Dario D’Angelo)



Gianni Macalusi, il gestore del ristorante dei vip Assunta Madre, era in partenza per Montecarlo. L’imprenditore, che è stato arrestato questa mattina, avrebbe dovuto partecipare all’inaugurazione di un nuovo locale. Socio in questa avventura il milionario Flavio Briatore, il quale, come evidenziato e sottolineato dagli investigatori, «risulta assolutamente estraneo ai fatti». Dalla carta di imbarco al carcere… Non sarebbe stata comunque la prima avventura all’estero per Gianni Micalusi, che in passato aveva già esportato la propria attività all’estero: come riportato da Il Messaggero, aveva infatti aperto locali a Londra e Barcellona. Questi ristoranti, però, a differenza di quelli italiani come appunto Assunta Madre, non sono finiti nelle indagini. Gianni Micalusi, detto Johnny, è stato arrestato insieme ad altre cinque persone, tra cui i suoi figli, un direttore di banca e un commercialista.



Choc questa mattina nel pieno centro di Roma con il ristorante Assunta Madre, noto per le molte frequentazioni di vip, calciatori e politici, che è stato posto sotto sequestro con sigilli all’ingresso e forze dell’ordine schierate dopo aver arrestato il titolare “Johnny”, soprannome del 53enne Gianni Micalusi. Il ristorante tra i più famosi della Roma “bene” è stato sequestrato con numerosi capi di imputazione verso il gestore e altri 5 arrestati e posti in custodia cautelare dalla Squadra Mobile della Capitale. Si tratta di Gianni Micalusi appunto, del direttore di banca Adriano Nicolini, dei due figli di Johnny, Francesco e Lorenzo, ma anche dell’imprenditore Vito Francesco Genovese e del commercialista Luciano Bozzi. Tutti accusati di reati come intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio di denaro con provenienza illecita. Fatti dunque molto gravi che vengono imputati a queste persone tutte attinenti al noto ristorante romano, tra gli storici della città eterna. Il fulcro delle indagini, spiega RaiNews, è stato incentrato sul gestore dell’”Assunta Madre” che ha un passato molto oscuro dal punto di vista penale: «pregiudicato per reati associativi, di natura anche mafiosa, delitti contro il patrimonio, usura ed estorsione aggravata, già coinvolto in contesti associativi e destinatario di misure di prevenzione a causa dei suoi rapporti mai cessati con esponenti di spicco della criminalità organizzata». 



Un noto ristorante di pesce e tradizione della cucina romana, l’Assunta Madre è situato nella storica Via Giulia del centro di Roma: all’ingresso vi era proprio il gestore chiamato da tutti Johnny che accoglieva ospiti e clienti da tutto il mondo. Da Francesco Totti a Sylvester Stallone, da imprenditori famosi fino al mondo della politica al suo massimo livello: Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema, Gianni Letta e Fausto Bertinotti, Beppe Grillo e Denis Verdini, tutti ritratti in foto accanto a Johnny. Un sequestro che ovviamente fa molto rumore negli ambienti romani, con l’accusa di riciclaggio che pesa come un macigno su uno dei luoghi storici del business romano. Come ha spiegato poco fa in conferenza stampa il procuratore Michele Prestipino, «Le illecite attività sono state realizzate in un contesto associativo in cui sono maturati dei rapporti qualificati e privilegiati intrattenuti dallindagato con esponenti della criminalità organizzata, come emerso nel corso delle indagini da intercettazioni telefoniche e ambientali», come riportano i colleghi di Rai News.