Ha preso il via l’edizione italiana “Matrimonio a prima vista” un reality avente come protagoniste coppie che si conoscono il giorno stesso delle nozze. Chi viene prescelto si trova davanti una persona a sorpresa, un po’ come se scartasse un uovo pasquale. Con che criterio? L’esperimento combina un uomo e una donna grazie al minuzioso lavoro di esperti che hanno ottimizzato un software che dovrebbe ricreare il profilo della coppia perfetta.



Un matrimonio combinato. Certo, suona parecchio bizzarro, in un mondo dove oggi si sceglie tutto, dalla suoneria del cellulare alla farina biologica di cui è fatta la pizza. Un approccio bizzarro, artificiale, meccanico… Ma anche stuzzicante. Provocatorio nella sua stranezza.

Da donna, provo per un attimo a mettermi nei panni dell’ipotetica fidanzata. Scelta da un uomo, o piuttosto da un algoritmo.



… Un conto è farsi una stagione di pranzi a casa della futura suocera, ore sotto torchio per confessare idee politiche, risultati del test HIV, difetti cromosomici fino alla terza generazione antecedente. Un conto è rispondere comodi in poltrona ad un quiz sui gusti personali del tipo: Mare o montagna? Cono o coppetta?

Quanto tempo si può perdere dietro a frequentazioni fallimentari? Dietro al Fabio di turno, con cui esco tre volte per poi scoprire che in comune ho giusto la preferenza per ‘posto corridoio’ in aereo? E magari l’ostinato mi tampina per i tre mesi successivi perché non si rassegna alla mia ritirata… Con il software di matching non incapperei in alcun tipo di stalking. Tanto meno in Fabio, visto che l’algoritmo mi accoppierà di sicuro con qualcuno che preferisce il ‘posto finestrino’.



Se siamo donne tradizionali e vogliamo arrivare illibate al matrimonio, vedere il vivace maschio per la prima volta il giorno delle nozze … aiuta.

Se siamo donne progressiste e vogliamo dare una spinta alla carriera prima del matrimonio, dobbiamo tener conto che il fidanzato assorbe tempo ed energie. Non averne uno fa schizzare su le probabilità di vincere il premio produttività come migliori stakanoviste di San Valentino.

In più, a favore del software d’accoppiamento, c’è da aggiungere che non contempla solo affinità e somiglianze, ma anche diversità e complementarità. L’equilibrio perfetto si raggiunge infatti in base alla vecchia legge secondo cui ‘poli opposti si attraggono’, legge nondimeno ben più antica di software, reality e tv.

Peraltro il matrimonio combinato è ancora una pratica in uso in diverse culture e pare che i tassi di divorzio in paesi come Usa e Canada scendano di 4 punti percentuali nel caso di matrimoni di questo tipo.

Ma allora, a parte una corposa collezione di selfie in birreria o mentre si dipinge la cucina nuova, qual’è il motivo per cui si sceglie la via del fidanzamento tradizionale e le nozze combinate sono l’eccezione che fa spettacolo?

Fare una scelta personale e in piena responsabilità suona ancora come la migliore arma per difendere l’unione contro tempo, usura, intemperie. Se scelgo io l’uomo con cui domani litigherò per lavare i piatti, è perché scommetto che la libertà con cui lo abbraccio sarà la stessa che ci consentirà di riconciliarci.

Da donna a donna — parlando di scegliere un principe — suggerisco di non mandare in pensione il buon vecchio intuito femminile. E poi diamine, la vita futura sarà comunque piena di sorprese. La realtà — facciamocene una ragione — supererà sempre il reality.