Lo scorso martedì si è tornati nuovamente in aula in vista della quinta udienza del processo sull’omicidio di Isabella Noventa. Un appuntamento importante in quanto ha lasciato spazio alle difese dei tre imputati, ovvero i fratelli Freddy e Debora Sorgato, e la tabaccaia veneziana, Manuela Cacco. A prendere la parola è stata proprio la difesa di quest’ultima, per la quale il pm Giorgio Falcone ha avanzato la richiesta di condanna a quasi 17 anni di reclusione. L’intento dell’avvocato Alessandro Menegazzo, difensore della Cacco, è stato quello di dimostrare in aula la totale estraneità da parte della sua assistita rispetto agli intenti delittuosi coltivati dall’ex amante Freddy e dall’amica Debora Sorgato. A sua detta, come riporta PadovaOggi.it, solo ad omicidio ormai avvenuto Manuela Cacco avrebbe appreso quanto messo in atto dai due fratelli la notte tra il 15 ed il 16 gennaio 2016. Sarebbero stati sempre loro ad aver convinto Manuela ad indossare il giubbotto bianco della vittima e realizzare la famosa messinscena in centro a Padova, prontamente confessata dalla tabaccaia dopo il suo fermo.
Sempre nel corso dell’arringa dell’avvocato Menegazzo, sarebbe emerso un retroscena che in realtà era già trapelato sotto forma di indiscrezione nei mesi precedenti, ovvero le minacce ricevute dalla sua assistita nel corso della sua permanenza nel carcere di Verona. A quanto pare, sebbene non siano pervenute direttamente da Debora Sorgato, dietro le minacce ricevute ci sarebbe stata proprio la sorella del suo ex amante. Dopo la sua arringa, la difesa della tabaccaia veneziana accusata non solo di aver avuto un ruolo – seppur minoritario – nel delitto di Isabella Noventa ma anche di stalking ed atti persecutori nei confronti della vittima, avrebbe chiesto in favore della Cacco l’assoluzione per concorso esterno in omicidio, in subordine favoreggiamento, e contemporaneamente l’assoluzione per l’accusa di stalking, in subordine rideterminazione del reato in molestie telefoniche.
La prossima udienza del processo sul delitto di Isabella Noventa, è già stata fissata al 6 giugno, quando a prendere la parola sarà la difesa di Debora Sorgato, per poi terminare – probabilmente nell’udienza successiva – con la difesa di Freddy Sorgato. Slitta così la sentenza che potrebbe giungere a fine luglio e che potrebbe concludersi con l’accoglimento da parte del giudice delle richieste avanzate dal pm Giorgio Falcone nella sua lunga requisitoria durata 17 ore, ovvero a 16 anni e 8 mesi di reclusione per Manuela Cacco ed ergastolo per i fratelli Sorgato. Nel corso dell’ultima udienza, intanto, il legale della tabaccaia veneziana ha riabilitato in qualche modo la figura della sua assistita, lasciando intendere il suo ruolo di “vittima” piuttosto che di membro del “trio diabolico” oggi imputato. L’avvocato Menegazzo, non a caso, ha sostenuto che la tabaccaia era un pupazzo nelle mani di Freddy e Debora, i quali l’avrebbero usata per raggiungere i loro scopi. Nel chiedere l’assoluzione per Manuela Cacco, il suo avvocato ha anche ribadito che la donna non saprebbe nulla sul luogo in cui sarebbe stato occultato il cadavere della povera Isabella Noventa. Aspetto, questo, già più volte confermato dalla stessa imputata e che sarebbe trapelato anche da una lettera che la donna avrebbe scritto in carcere, a scopo terapeutico, indirizzata a Freddy Sorgato ma mai inviata, nella quale lo spronava a confessare una volta per tutte dove avesse gettato il corpo della povera 55enne.