Il presidente della Chiesa Cattolica della Sud Corea è stato ospite da Papa Francesco e dal Cardinale di Stato Pietro Parolin per parlare delle sfide e fatiche notevoli dei fedeli coreani di fronte alle continue minacce di guerra mondiale nucleare, come ogni giorno purtroppo possiamo testimoniare. Mons. Igino Kim Hee-jung, in una intervista all’agenzia Sir, racconta i motivi per cui si possono spiegare i continui lanci missilistici di Pyongyang contro Seul e il Giappone: «una dimostrazione di forza e una sfida alle nazioni potenti». La minaccia reale della Corea del Nord, secondo il presidente della Chiesa Episcopale di Seul, riporta alla mente l’orribile passato di scontri fratricidi.
«Anche il popolo della Corea del Nord desidera la pace. Gli armamenti, soprattutto quelli nucleari, sono sempre un pericolo per la pace», racconta ancora Kim Hee-Jung, che dichiara di aver chiesto esplicitamente al Vaticano una grossa mano nella fase diplomatica che i prossimi decisivi mesi porranno all’attenzione nei dialoghi tra Usa, Corea del Sud, Giappone e il regime di Pyongyang.
Se Kim Jong-un si agita, Donald Trump non sta fermo ad attendere: la guerra mondiale in provocazioni continua, con il Pentagono che ha fatto sapere di aver condotto un test, con esito positivo, dove è stato abbattuto u missile balistico, esattamente di quella stessa risma lanciati contro Giappone e Corea del Sud dal dittatore di Pyongyang. Il servizio di sicurezza Usa ha fatto sapere di aver condotto il test per difendere ancor di più il proprio Paese e i propri alleati dalle minacce sviluppate dalla Nord Corea. «Questo test dimostra che abbiamo un deterrente valido e credibile contro ogni minaccia reale», ha commentato Jim Syring, direttore della Missile Defence Agency. Ha poi aggiungo come «l’avere intercettato un target ICBM complesso e che simula una minaccia è stato un risultato incredibile per il sistema di difesa missilistico di terra e una pietra miliare cruciale per questo programma».
La sfida procede dunque a colpi dimostrativi e provocatori, mentre nel frattempo Cina, Giappone e in parte anche Russia tenta di intessere una rete diplomatica ideale per poter interrompere la minaccia di una guerra mondiale, devastante in pratica per tutti i protagonisti presenti in quell’area del Pacifico.
– Se il Pentagono si dice sicuro della buon riuscita dell’operazione anti-missilistica nordcoreana, non del tutto convinti si dicono invece i tanti analisti Usa e non solo, ma anzi trapela in loro forte scetticismo. La prova dello scudo sembra destinata a convincere l’opinione pubblica americana e la stessa Pyongyang, ma le condizioni di utilizzo di questa arma che potrebbe risolvere non pochi problemi a livello strategico non sono del tutto chiare. «Non è facile mettere sempre sulla stessa linea due oggetti delle dimensioni di un frigorifero che viaggiano a quasi 25 mila chilometri orari», ha spiegato a “Wired” la specialista Laura Grego, della Union of Concerned Scientists. Ma non solo: «stavolta il Pentagono sapeva in anticipo che cosa sarebbe arrivato, da dove e quando.
Insomma, l’impressione è che il test abbia solo lo scopo di rassicurare il pubblico Usa», accusa sempre l’analista su Wired. Scetticismo che viene rilanciato, in maniera anche più netta, dall’analista del Centro per il Controllo degli Armamenti e la Prevenzione (ed ex capo della sezione test del Pentagono), «questi esperimenti sono studiati per riuscire. Semmai c’è da stupirsi che spesso falliscano».