Morta perché denutrita. Così la Procura di Novara aveva sentenziato sul decesso di una bambina di 5 anni, morta lo scorso gennaio all’ospedale Maggiore della città. Una tesi in netto contrasto con la perizia medico-legale effettuata in questi giorni e che collega invece la morte della bimba alla sindrome di Leigh di cui era affetta. Denutrita o malata?



Su questo si dovrà esprimere la Procura di Novara, dopo aver puntato il dito sui genitori marocchini della bimba di 5 anni morta lo scorso 4 gennaio. Era arrivata al pronto soccorso già in coma ed il suo “apparente stato di denutrizione” era bastato affinchè i genitori venissero messi alla gogna mediatica. “Nei prossimi giorni chiederò alla Procura di archiviare la posizione dei miei assistiti”, sottolinea il difensore della famiglia. 



La perizia medico-legale stilata dalla dottoressa Chen Yao non evidenzia tuttavia con certezza che la morte della bambina di 5 anni di Novara sia collegata all’incuria dei genitori. La presenza della sindrome di Leigh rilevata dalle analisi sulla piccola, impedisce infatti di confermare con certezza che la piccola sia morta di fame. A questo si aggiunge un ritardo nella richiesta di soccorso da parte dei genitori, “inspiegabile” e “ingiustificato”, come si legge nella relazione del medico.

E questo a prescindere dall’individuazione della malattia, un ritardo che “non ha consentito un’idonea somministrazione dei presidi farmacologici necessari”. La bimba presentava infatti una grave disidratazione, con conseguente carenza di potassio. Un mix letale che ha sottratto alla piccola vittima ogni possibilità di sopravvivere. Secondo il difensore dei genitori invece, l’avvocato Debora Piazza, potrebbe eserci un’incuria da parte del personale sanitario. Come sottolinea Giustiziami, nessun medico che ha avuto in cura la bambina negli anni o che l’ha visitata durante il ricovero del 2016, aveva riscontrato la sindrome di Leigh nella paziente.