Era ormai latitante da anni Vincenzo Macrì, boss della ‘ndrangheta che in queste ore ès tato catturato in Olanda, ad Aalsmeer. È da qui che gestiva le attività del suo clan, mentre viveva a Caracas, in Venezuela, sotto falso nome. Vincenzo Macrì è stato catturato all’aeroporto di San Paolo del Brasile, mentre stava per dirigersi nella sua abitazione di Caracas.
Da tempo la Squadra mobile reggina ed il Servizo centrale operativo stavano pedinando il boss della ‘ndrangheta, fino all’individuazione della falsa identità dietro cui si nascondeva da qualche tempo. Macrì è ora in attesa del completamento delle procedure di estradizione e nei prossimi giorni verrà riportato in Italia, dove verrà rinchiuso in carcere. Importante l’azione sinergica fra il Servizio Centrale Operativo e le forze dell’Intelligence internazionali, fra cui FBI e Interpol.
L’ultimo avvistamento di Vincenzo Macrì risale al 2015, in Olanda, ma in quel caso il boss della ‘ndrangheta era riuscito a sfuggire alle forze dell’Ordine italiane, impegnate nella famosa operazione Acero-Krupy Connection. Come sottolinea il portale della Polizia di Stato, Vincenzo Macrì è accusato di associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti, a cui si aggiunge l’aggravante della transnazionalità.
Secondo le indagini, Macrì sarebbe inoltre a capo del clan dei Comisso, lo stesso che agisce nel territorio sidernese ed ha attività al di fuori dei confini italiani, con maggiore concentrazione in Olanda e Canada. Il boss della ‘ndrangheta è inoltre “figlio d’arte”: il padre Antonio Macrì era conosciuto con il soprannome di “boss dei due mondi”. Già allora il capofamiglia poteva contare infatti su un’influenza particolare in Canada e Stati Uniti, e venne ucciso nel 1975 durante un agguato, una delle tante tragedie collegate con lo scoppio della prima guerra interna alla ‘ndrangheta.