Nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Emanuele Morganti proseguono le indagini atte a fare luce su quanto avvenuto oltre due mesi fa ad Alatri, all’esterno del locale Miro Music Club. I prossimi giorni, come fa sapere il portale CiociariaOggi.it, potrebbero rivelarsi importantissimi se non addirittura decisivi in quanto a breve avverrà la deposizione della relazione da parte del medico legale che si è occupato di compiere l’autopsia sul cadavere del povero 20enne di Tecchiena, massacrato brutalmente dal branco per motivi ancora ignoti e deceduto dopo un lungo giorno di estenuante agonia. I sessanta giorni previsti dalla legge, entro i quali deporre la perizia medico legale, infatti, sono appena scaduti, motivo per il quale non solo gli inquirenti e le relative parti ma anche e soprattutto gli amici ed i familiari di Emanuele Morganti restano in attesa di conoscere il contenuto della relazione al cui interno potrebbe esserci la verità sull’omicidio del ragazzo. Mentre cresce l’attesa, nei giorni scorsi si è svolta la festa dell’Arma dei carabinieri a Frosinone, durante la quale ha ovviamente preso parte anche il procuratore Giuseppe De Falco. Nel corso delle celebrazioni, De Falco ha affrontato vari temi e, chiaramente, non ha potuto non citare anche il caso di Emanuele Morganti. In merito al delitto di Alatri il procuratore ha evidenziato che le indagini stanno proseguendo ad ampio raggio, ribadendo come, di fatto, l’inchiesta sull’uccisione del 20enne non si sia mai fermata.



In attesa di conoscere i prossimi sviluppi, per il delitto di Emanuele Morganti restano in carcere i tre principali indiziati, ovvero i fratellastri Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, detenuti nel carcere di Roma, e Michel Fortuna attualmente nel carcere di Frosinone. Di recente è stato arrestato per possesso di droga anche il padre di Mario, Franco Castagnacci, mentre restano indagati a piede libero i buttafuori del locale di Altri, Damiano Bruni, Michael Ciotoli, Manuel Capoccetta e Pjetri Xhemal.



I risultati dell’autopsia eseguita sul cadavere di Emanuele Morganti potrebbero restituire le prime risposte sulla sua assurda uccisione. Nel frattempo, però, i genitori del 20enne ucciso ad Alatri sono stati vittime di un episodio alquanto spiacevole, reso noto dalla criminologa Roberta Bruzzone sulle pagine del settimanale Giallo. Come racconta l’esperta, infatti, un gruppetto di truffatori nelle passate settimane ha dato il via ad una finta iniziativa a sostegno della famiglia di Emanuele Morganti al solo scopo di approfittare della delicata situazione. L’allarme che ha fatto non poco arrabbiare su quanto stesse realmente accadendo, è stato lanciato solo nei giorni scorsi su Facebook. Secondo alcuni organi di stampa, questi sciacalli avrebbero chiesto del denaro porta a porta asserendo di essere destinato alla famiglia della giovane vittima, ma con il chiaro intento di intascarsi il denaro raccolto. Ad oggi, infatti, come chiarisce la Bruzzone, non esiste alcuna iniziativa simile autorizzata dalla famiglia Morganti.

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