Epicentro nel Comune di Pizzoli, a poche centinaia di metri dalla diga di Campotosto, sulla catena del Gran Sasso, provincia dell’Aquila, verso il confine con il Teramano. Magnitudo 4,3, poi ridimensionata a 3,9.

Stessi luoghi, scene già viste. Persone che all’Aquila e a Teramo scendono per strada, ansia e preoccupazione, che qualcuno voleva sopite, subito risvegliate. E c’è chi ha paura e sceglie di dormire in macchina. Anche perché adesso non fa freddo come a gennaio. Chi ha la seconda casa al mare preferisce trasferirsi, tanto oggi è l’ultimo giorno di scuola. 



La realtà è che le faglie che collegano il Lazio all’Abruzzo, Amatrice a Campotosto, non hanno scaricato completamente la loro potenza. Scosse di minore entità si susseguono. E la domanda senza risposta si propaga di città in città. Tutti a chiedersi se bisogna attendersi qualcosa di più violento.

Difficile convivere con un terremoto che non dà tregua, neanche quando sembra acquietarsi. Una scossa strana la più forte di ieri, poco dopo l’ora di pranzo. Prima il boato poi la scossa, come quando c’è il temporale, che dopo il fulmine si rimane in attesa del tuono. Gli osservatori di geofisica hanno rilevato che ci sarebbero state accelerazioni anomale rispetto alla magnitudo.



Comunque preoccupato il sindaco di Pizzoli, Gianni Anastasio. “Era tornata un po’ di tranquillità, una forte scossa ci riporta nella paura e nell’ansia, anche se non ci sono stati problemi né a persone né a cose”.

Tutti subito al lavoro per verificare danni o crolli. Enel ha reso noto che  le ricognizioni visive immediatamente effettuate sulle dighe di Campotosto hanno confermato la sicurezza delle opere. Pur trattandosi di un evento sismico inferiore al livello 4 della scala Richter, valore di riferimento per l’attivazione dei controlli, Enel ha già avviato anche le ulteriori misure strumentali e specialistiche richieste per fenomeni di entità maggiore. Tutte le verifiche saranno rese disponibili all’Autorità Nazionale preposta al Controllo Dighe e al Dipartimento di Protezione Civile.



E poche ore dopo la scossa ad Accumoli sono state assegnate tramite un sorteggio 198 delle 201 soluzioni abitative di emergenza (Sae) destinate alle famiglie sfollate dal sisma dello scorso anno. L’elenco delle assegnazioni, in vista della consegna degli alloggi, è stato pubblicato sul sito del comune reatino. Il Comune di Accumoli stima che le famiglie, che al momento sono ancora alloggiate negli alberghi o che usufruiscono del contributo di autonoma sistemazione, potranno entrare in possesso degli alloggi provvisori del progetto Sae-Cns tra la fine di giugno. Buone notizie anche se i tempi sono stati lunghi e che ci sono realtà che sono ancora in attesa, senza poter disporre di tempi certi. Sorteggio delle prime 26 casette destinate ai terremotati anche a Pescara del Tronto. Sorteggio obbligatorio visto che in molti rimarranno ancora sfollati a tutti gli effetti. E l’attesa fa aumentare l’esasperazione. 

Va peggio che a Pescara del Tronto a Preci, in Umbria, dove solo la prossima settimana cominceranno i lavori per le casette. A Preci occorrono circa 50 soluzioni abitative ma nella prima fase ne verranno realizzate solo 35. La consegna è prevista entro l’estate. La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha indicato come tempo massimo per la consegna degli alloggi la fine di agosto, inizi di settembre. L’obiettivo è fare in modo che entro il prossimo inverno tutti abbiano una casa, seppur provvisoria. Impensabile un secondo inverno fuori casa.

All’Aquila sale la tensione e di terremoto si è parlato in campagna elettorale. Oggi silenzio prima dell’apertura delle urne per la scelta del nuovo sindaco. E nei comizi c’è chi ha nuovamente criticato la scelta di Berlusconi di realizzare il Progetto Case, che ha sistemato in soli sei mesi decine di migliaia di aquilani sfollati, senza rendersi conto che le soluzioni di questo nuovo terremoto creano disagi maggiori. Certo adesso servirebbe maggiore manutenzione su quegli edifici, servirebbe un piano di progressiva riconversione, man mano che la gente torna nelle proprie abitazioni. Ma tanti problemi grazie a quelle soluzioni sono stati evitati.

Obiettivo per tutti è quello di non far spegnere i riflettori, e ogni visita illustre nei paesi distrutti viene vista come segnale di speranza. Ma oggi i riflettori li tiene accesi la nuova scossa. Con la speranza che sia isolata, che non ci siano nuovi momenti di paura.