-Lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale sembrerebbe più vicino, soprattutto se venisse confermata la notizia data dal quotidiano del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord, il Rodong Sinmun, secondo cui il test del missile intercontinentale, capace di colpire gli Usa da Pyongyang, sarebbe ormai dietro l’angolo. Come riportato da Il Messaggero, visto il successo della “recente successione di esperimenti di armi strategiche”, il test annunciato ad inizio anno dal dittatore Kim Jong-un non appare più così lontano. Rodong Sinmun ha citato a sostegno della sua tesi il fatto che nei recenti lanci dei missili balistici Hwasong-12, le testate sono riuscite a raggiungere un’altitudine di 2000 km. La Corea del Nord sarebbe dunque in possesso dei mezzi necessari a sostenere dei missili intercontinentali (ben più pesanti di quelli classici) e delle tecnologie necessarie a garantirne la sopravvivenza una volta a contatto con il calore provocato dal rientro nell’atmosfera. Gli Stati Uniti di Trump sono avvisati. (agg. di Dario D’Angelo)
-Ci sono sempre gli Usa di Donald Trump al centro di un’ipotetica Terza Guerra Mondiale, prospettiva non lontana viste le tensioni che stanno emergendo negli ultimi mesi su diversi fronti. Ed è stato proprio il presidente americano a mettere in guardia il Qatar, il piccolo paese del Medio Oriente isolato dalle altre nazioni del Golfo per il suo presunto sostegno al terrorismo internazionale. Nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il presidente romeno Klaus Werner Iohannis, Trump ha infatti avvertito l’emirato della penisola arabica affinché “cessi di supportare il terrorismo” in ogni modo dopo averlo definito un finanziatore che “storicamente” supporta le organizzazioni terroristiche. Trump – come riferisce l’Ansa – ha destinato un plauso all’Arabia Saudita e agli altri Paesi che hanno interrotto le relazioni diplomatiche con Doha, aggiungendo che “il Qatar deve smetterla con il finanziamento del terrorismo, con l’insegnamento dell’odio” e ribadendo che il suo compito è “tenere la nostra gente al sicuro”. (agg. di Dario D’Angelo)
La guerra civile in Siria è finita: lo ha annunciato il capo del dipartimento generale operativo dello Stato maggiore russo. Il generale Serghiei Rudskoi, a capo delle truppe in Siria, ha dichiarato che sono stati eliminati nell’ultimo mese oltre tremila miliziani dell’Isis, tra cui «diverse decine di odiosi comandanti». Dopo la firma del 4 maggio ad Astana di un memorandum per la creazione delle zone di distensione, ecco la svolta. «La situazione è cambiata radicalmente in meglio», ha aggiunto Rudskoi, come riportato da RIA Novosti. L’attuazione del memorandum, inoltre, ha permesso l’avvio dei lavori di recupero dei centri abitati distrutti dalla guerra e non occupati dalle organizzazioni terroristiche. Sono in corso anche lavori di ricostruzione delle centrali elettriche, delle infrastrutture di trasporto e delle strade. Sergey Shoygu, ministro russo della difesa, aveva precedentemente preventivato che la zona di de-escalation avrebbe permesso la riduzione dei conflitti armati.
L’attività di ricognizione americana è aumentata lungo i confini della Russia: nel mirino le strutture militari nel Baltico e lungo le coste della Crimea. Un bombardiere strategico americano con capacità nucleare è stato, infatti, intercettato da un caccia Su-27 decollato da Kaliningrad. Altri tre, due B-1B e un B52H, sono invece decollati dall’aeroporto di Fairford nel Regno Unito. Un’attività di questo tipo è stata registrata anche il 6 giugno, quando un caccia russo ha intercettato e scortato sul mar Baltico un bombardiere strategico Usa. Poi lo hanno seguito due aerei di ricognizione. In quello stesso giorno un Mig-31 ha intercettato nel mare di Barents un aereo antisommergibile norvegese P-3C Orion. La notizia è stata riportata Sputnik, che ha segnalato altri casi di questo tipo negli ultimi mesi. In passato le autorità estoni hanno dichiarato che i caccia Usa prendono parte alle esercitazioni Nato “Saber Strike”, ma è evidente quanto sia alta la tensione.