Chi sono il candidato sindaco e il candidato consigliere, e a che lista appartengono, i cui nomi sono stati trovati all’interno di 321 schede elettorali, segnati su un facsimile come indicazioni di voto? Il caso sta scuotendo la giornata elettorale nel napoletano, precisamente a Sant’Antimo, il comune dove si vota e dove i carabinieri hanno trovato in una abitazione le schede elettorali con dentro i facsimile. Tre persone sono state arrestate per associazione a delinquere finalizzata a conseguire vantaggi elettorali, il padrone di casa e due altri uomini.



I tre offrivano qualche soldo, neanche tanto, a chi avrebbe votato secondo le loro condizioni: 321 persone hanno lasciato le loro tessere elettorali ai tre, poi sarebbero dovute andare a riprenderle con dentro il facsimile che indicava chi votare in cambio una somma di denaro di 30 o di 50 euro. Non si conosce molto di più dell’operazione delle forze dell’ordine, se non che le forze dell’ordine si sono insospettiti a vedere il continuo via vai in quell’abitazione, risultata di proprietà di un disoccupato incensurato.



Bisogna anche risalire ai proprietari delle schede, coloro che si erano mostrati disposti a votare per chi consigliato. Ovviamente dietro a tutto c’è la criminalità organizzata che vuole favorire un sindaco a discapito degli altri, un primo cittadino che evidentemente farebbe comodo ai camorristi. Ma è da stabilire se il candidato stesso avesse fatto un patto con loro, o sia stato deciso di dirottare i voti su di lui per poi cercare di corromperlo. Comunque fosse stata progettata la cosa, sarebbe giusto togliere dalla competizione il candidato sindaco e il candidato consigliere coinvolti.

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