La Terza Guerra Mondiale, tra Corea del Nord e Siria, in realtà vive sempre e comunque la “sfida” strategica a distanza tra Stati Uniti e Russia. Prima un summit mancato, poi rumors su possibili accordi per gestire le varie escalation internazionali e ora la notizia dei missili puntati da Mosca verso Berlino. Come riporta l’inviato de La Stampa dagli Usa, Mosca schiera S 400, Iskander e Topom M a Kaliningrad, l’enclave russa incuneata fra Lituania e Polonia. Con questi missili, che possono portare anche testate nucleari, è teoricamente possibile raggiungere Stoccolma, Copenaghen e addirittura Berlino. L’ex generale Usa Rutherford condanna ovviamente la scelta di Putin, che viene definita una violazione gratuita dei trattati del 1987: «La Nato e i suoi membri hanno motivo di preoccuparsi di questa violazione gratuita del Trattato Inf. La Nato dovrà prendere in considerazione misure per difendersi da questa nuova minaccia russa».



La sfida strategica tra Nato e Mosca resta ancora uno dei punti più difficili e complessi da comprendere per i vari equilibri internazionali: la Russia non vuole essere da meno della Nato e prepararsi così lo sviluppo nelle gravi situazioni da Pyongyang fino a Damasco. (agg. di Niccolò Magnani)

Lo spettro di una Terza Guerra Mondiale aleggia sui destini del Pianeta: ad essere decisivi sono soprattutto i rapporti delle super-potenze nei territori di conflitto. Ecco perché la notizia lanciata dal Wall Street Journal, che ha parlato di incontri segreti tra Usa e Russia in Giordania, porta con sé dei risvolti importantissimi per le sorti dell’equilibrio internazionale. Secondo il quotidiano americano, delegazioni statunitensi e russe si sarebbero già incontrate almeno due volte per studiare una possibile risoluzione della crisi in Siria. E proprio i rapporti tesissimi tra Washington e Damasco, aggravati di recente dall’attacco chimico di Assad e dal successivo raid aereo ordinato da Donald Trump, potrebbero mettere in discussione l’intero esito dei negoziati.



Le stesse fonti riferiscono al Wall Street Journal che un terzo incontro tra le diplomazie della Casa Bianca e del Cremlino sarebbe dovuto andare in scena la scorsa settimana ad Amman, ma è slittato per le difficoltà sopraggiunte per fissare il momento in cui attuarlo effettivamente. Con ogni probabilità al centro di queste importanti trattative vi saranno anche le modalità di cooperazione tra Stati Uniti e Mosca volte ad eliminare definitivamente la resistenza del sedicente Stato islamico. Nel caso in cui le zone di de-escalation dovessero rivelarsi efficaci, Washington e Mosca potrebbero anche convenire di istituirne di diverse in altri territori. Rispetto all’ipotesi di incontri fra le due delegazioni o ad eventuali trattative, i rappresentanti del Dipartimento di Stato Usa non hanno fornito alcun dettaglio. Anche l’ambasciata russa negli Stati Uniti ha preferito rinunciare ad ogni commento.