La morte del piccolo Francesco, il bambino di 7 anni deceduto ad Arezzo in seguito ad un’otite malcurata, continua a sconvolgere l’opinione pubblica. Si accendono ancora di più i riflettori sul medico curante del bambino, Massimiliano Mecozzi, ed emergono nuovi particolari sul rapporto fra lo specialista e la medicina. Perché ha cercato di ostacolare i soccorsi chiamati in emergenza per curare Francesco? Secondo il nonno del bambino sarebbe stato proprio Mecozzi a provocare la morte del paziente. Ospite di Quinta Colonna, all’interno della puntata di ieri Maurizio Olivieri ha descritto diversi passaggi della tragedia, partendo fin dai primi contatti con il medico omeopata.
Francesco infatti è stato curato per i primi tre anni con le medicine tradizionali e soffriva spesso di otite. Data l’inefficacia delle cure, hanno optato per dei rimedi naturali. In base a quanto sottolinea Olivieri, per Mecozzi “le morti in ospedale non dipendono dalle malattie, ma dalle medicine”. Dalle sue parole traspare la fiducia della famiglia nei confronti dell’omeopatia e di conseguenza anche del medico curante del piccolo.
Secondo il primario dell’ospedale in cui è stato curato Francesco, la malattia si poteva contrastare tranquillamente con i farmaci tradizionali. Se si fosse intervenuti tempestivamente, il bambino forse oggi sarebbe vivo. Il particolare che fa ancora più indignare gli italiani è che Massimiliano Mecozzi abbia ripreso a svolgere la professione medica. Il processo a carico dell’omeopata è ancora in corso, ma alla luce di quanto è accaduto è inspiegabile la decisione dei giudici di non procedere con una misura cautelare.
Secondo l’opinione pubblica e la famiglia di Francesco, Mecozzi dovrebbe essere sospeso dalla professione medica in attesa della conclusione del processo. Il legale della famiglia della vittima, Federica Mancinelli, ha voluto precisare invece che ad uccidere il bambino non è stata l’omeopatia, ma l’incuria del medico.
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