Slitta al prossimo 21 giugno il processo a carico di Marco Prato, accusato dell’omicidio di Luca Varani. Manuel Foffo, suo presunto complice, è stato invece condannato in precedenza a 30 anni grazie al rito abbreviato. Proseguono intanto le contestazioni dei cittadini e dei familiari del ragazzo romano, che oggi si sono presentati all’esterno del tribunale per manifestare e chiedere che venga fatta giustizia. La morte di Luca Varani rimarrà nella memoria degli italiani a causa della brutalità con cui è stata provocata. Un delitto iniquo, che fin dagli esordi ha messo in luce la personalità torbida di Marco Prato.



Al contrario di Manuel Foffo, il presunto complice è l’unico a non aver collaborato in alcun modo con le autorità. Il processo a suo carico, previsto per ieri, non si è potuto svolgere a causa dello sciopero nazionale che interessa i Magistrati. Prato dovrà quindi presentarsi di fronte ai giudici fra una settimana, quando dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e crudeltà. “Noi siamo Luca, giustizia per Luca Varani”: questo lo slogan presente sugli striscioni durante la manifestazione a favore del 23enne. La richiesta della madre del ragazzo, Silvana, è che venga commintata la pena dell’ergastolo a chi ha ucciso il figlio. “Sono stati commessi fatti atroci e disumani”, sottolinea a Il Tempo, “e non possiamo accettare, com’è successo per Foffo, una condanna a 30 anni”. 

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