PAPA FRANCESCO, OMELIA DI SANTA MARTA

Durante l’omelia della liturgia mattutina, papa Francesco ha ripreso tre parole evangeliche dalla seconda lettera di San Paolo ai Corinzi e cioè “sì”, “sale” e “luce”. Queste tre parole, ha spiegato, indicano la forza del Vangelo. Nel «sì»,  sono «tutte le parole di Dio in Gesù, tutte le promesse di Dio. In Cristo si compie tutto quello che è stato promesso e per questo Lui è pienezza. In Gesù non c’è un “no”: sempre “sì”, per la gloria del Padre. Ma anche noi partecipiamo di questo “sì” di Gesù, perché Lui ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la “caparra” dello Spirito. Noi partecipiamo perché siamo unti, sigillati e abbiamo in mano quella sicurezza – la “caparra” dello Spirito. Lo Spirito che ci porterà al “sì” definitivo, anche alla nostra pienezza. E lo stesso Spirito ci aiuterà a diventare luce e sale, cioè lo Spirito che ci porta alla testimonianza cristiana».  



Questa luce è la testimonianza del cristiano, ha detto, mentre chi nasconde la luce fa “contro testimonianza” alternando sì e no: Chi si comporta così «ha la luce, ma non la dona, non la fa vedere e se non la fa vedere non glorifica il Padre che è nei cieli». Inoltre, «ha il sale, ma lo prende per se stesso e non lo dona perché si eviti la corruzione».  Essere cristiano, ha spiegato, significa illuminare e aiutare a che il messaggio e le persone non si corrompano come fa il sale, nascondendo la luce invece il sale diventa senza sapore. Allora dobbiamo domandarci: “Io sono luce per gli altri? Io sono sale per gli altri?, che insaporisce la vita e la difende dalla corruzione?



Io sono aggrappato a Gesù Cristo, che è il “sì”? Io mi sento unto, sigillato? Io so che ho questa sicurezza che andrà a essere piena nel Cielo, ma almeno ne è “caparra”, adesso, lo Spirito?».  Concludendo: «Essere aggrappati, radicati nella pienezza delle promesse in Cristo Gesù che è “sì”, totalmente “sì”, e portare questa pienezza con il sale e la luce della nostra testimonianza agli altri per dare gloria al Padre che è nei cieli». 

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