Papa Francesco e il Vaticano hanno presentato le nuove nomine per la Pontificia Accademia per la Vita, l’istituzione storica nella Chiesa che difende e promuove «il valore della vita umana e della dignità della persona». È retta dall’Arcivescovo Francesco Paglia e da oggi vede 45 nuovi membri ordinari dell’intera Accademia, con molti nomi italiani e molti importanti operatori nel cambio della bioetica, addirittura non cattolici come Angelo Vescovi, Direttore scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e dell’Istituto di Genetica Umana G. Mendel di Roma, scienziato che da tempo combatte l’utilizzo degli embrioni umani per la ricerca scientifica. Ebbene, dalle colonne britanniche del Catholic Herald, vi è un nome che ha fatto storcere un po’ il naso a tanti e che riguarda Nigel Biggar, filosofo e professore di Morale e Teologia Pastorale, nonché direttore del McDonald Center for Theology, Ethics and Public Life, presso l’Università di Oxford. Viene denunciato dalla rivista cattolica come Biggar in realtà sia un sostenitore dell’aborto legalizzato e che dunque è molto strana la nomina per un’Accademia come quella pontificia a cura e difesa sulla Vita.



Ebbene, posto che la lunga lista di nominati comprende tantissime realtà diverse, da membri della Chiesa e tanti scienziati e professori, di diverse concezioni ma con una linea molto chiara – “la vita va difesa sempre e comunque a qualsiasi stadio” – e che dunque pare essere abbastanza anacronistico e fuori luogo “attaccare” una scelta del Papa in un Accademia che comprende anche nomi del calibro del Cardinale Carlo Caffarra, Cardinale Elio Sgreccia e monsignor Carrasco de Paula e Juan de Dios Vial Correa, che della Pontificia Accademia per la Vita sono stati presidenti; o ancora, Jean Marie Lemene, presidente della Fondazione Lejeune in Francia e il professore Adriano Pessina, Professore di Filosofia Morale e Direttore del Centro di Ateneo di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano.



Ma non è solo questo il punto, ovviamente: Biggar è davvero un “sostenitore” dell’aborto? Sentiamolo in un dialogo col filosofia anti-cattolico Peter Singer, riportato dallo stesso Catholic Herald: «Sarei propenso a disegnare la linea per l’aborto a 18 settimane dopo il concepimento, che è approssimativamente circa il primo momento in cui v’è qualche evidenza di attività del cervello, e quindi di coscienza». Ma sentite cosa riporta subito dopo il professore: «in termini di mantenimento di un forte impegno sociale per preservare la vita umana in forme ostacolate, e in termini di non diventare troppo “casuale” l’uccidere la vita umana, abbiamo bisogno di disegnare la linea molto più conservativo». Più conservativa, più scientifica dunque e tutto il contrario della “spinta pro-aborto”: «non è chiaro che un feto umano è lo stessa “cosa” di un adulto o di un essere umano maturo, e quindi meritano tutti lo stesso trattamento. Diventa allora una questione di dove tracciamo la linea, e non c’è motivo assolutamente stringente per disegnare in un luogo piuttosto che un altro».



Non certo in piena linea con l’intera Dottrina sociale della Chiesa sul tema della vita e del suo mantenimento – del resto lo stesso Vescovi non è un medico cattolico – ma la sua attenzione nel voler tenere un atteggiamento cautelativo rispetto ad un tema delicato come la vita di un piccolo feto ci sembra l’esatto opposto di un filosofo pro-aborto come viene definito.