Esiste davvero il fenomeno del Blue Whale? Bufala o realtà che sia, in tanti ragazzini hanno provato ad emulare alcune delle 50 folli sfide previste dalla terribile Challenge autolesionistica e che dovrebbe culminare con la prova finale e definitiva: saltare giù dal piano più alto di un grattacielo. Un vero e proprio “gioco” del suicidio, dunque, raccontato attraverso i media e che, purtroppo, indipendentemente dalla sua esistenza ha già portato ad oggi a numerosi casi segnalati anche nel nostro Paese. Gli ultimi, come rivela Corriere di Bologna nell’edizione online, sono avvenuti nel Capoluogo dell’Emilia Romagna e sarebbero stati segnalati dall’unità operativa di Psichiatria e Psicoterapia dell’età evolutiva del Maggiore con a capo il neuropsichiatra infantile, Stefano Costa. Quest’ultimo ha spiegato come le segnalazioni sarebbero giunte negli ultimi giorni e riguarderebbero “alcuni ragazzini che hanno tentato di emulare questo gioco, o almeno alcune delle sfide che prevede, come tagliarsi e disegnare sulla pelle una balena”.
Lo stesso neuropsichiatra ha sottolineato come due allarmi sui quattro segnalati, probabilmente potrebbero essere stati “sovrastimati”: “gli adolescenti hanno mostrato alcuni atteggiamenti tipici di questo fenomeno, ma non ci sarebbe un reale pericolo per la loro vita”. Per gli altri due adolescenti, invece, studenti di scuole medie, la situazione sarebbe apparsa decisamente più problematica. Tutti i ragazzini in questione, in passato erano stati protagonisti di altri episodi autolesionistici. Nella Blue Whale sarebbero stati coinvolti tramite i social, in particolare Facebook o gruppi nati su Whastapp, da parte di altri coetanei. I segni sulla loro pelle, però, visibili agli stessi genitori sono stati il campanello d’allarme che hanno spinto a segnalare gli episodi.
I casi registrati a Bologna, dunque, sono da considerarsi legati al fenomeno del Blue Whale? Non ne sarebbe del tutto convinto Costa, il quale ha commentato: “Non si tratta però di veri casi di Blue Whale così come ci sono stati racconti dai media, ma di tentativi di emulazione di un fenomeno che sarebbe nato in Russia, ammesso che sia mai esistito veramente”. Chiara allusione, la sua, al servizio realizzato da Matteo Viviani per Le Iene Show, dal quale sarebbe esploso il caso e che ha fatto molto discutere soprattutto di recente dopo l’ammissione, da parte dell’inviato, circa la falsità dei video trasmessi. Per questo, specifica il neuropsichiatra, una volta raccontato il fenomeno – vero o meno che sia – esso si è comunque creato. “Ormai il Blue Whale è diventato una moda macabra che spinge diversi adolescenti all’emulazione, un po’ per puro esibizionismo, e un po’ per identificarsi in qualcosa. In questo caso nella Balena Blu”, ha sottolineato Costa che ha invitato comunque a non creare allarmismi.