Il caso dei carabinieri arrestati in Lunigiana continua a dare scandalo: presunti abusi, sparizioni sospette di droga sequestrata, illegalità ad ampio raggio e un senso di “superiorità” sugli altri cittadini odioso e insostenibile per delle forze dell’ordine. Le accuse sono molto pesanti e ovviamente andranno tutte verificate e certificate, onde evitare l’altrettanto odioso “fango” lanciato per niente. Di certo, gli indizi sembrano essere tanti a carico di diversi carabinieri che in servizio avrebbero compiuto numerosi reati. «Dalle inetrcettazioni ambientali e telefoniche emerse tante situazioni di illegalità», spiega il procuratore capo di Massa Carrara, Aldo Giubilaro, titolare dell’indagine. Sono state usate “microspie sulle auto di servizio” per una sequenza di reati impressionanti, ben 104 capi d’imputazione. Come riporta La Nazione, «C’è anche caso di un clochard caricato a forza sull’auto di servizio e colpito con un manganello. Poi altri pestaggi in caserma dove, sempre secondo le accuse, venivano falsificati i verbali». (agg. di Niccolò Magnani)



Sarebbe un’inchiesta choc quella avviata lo scorso febbraio dalla Procura di Massa Carrara e che ha portato nelle passate ore al raggiungimento di alcune misure cautelari a scapito di diversi carabinieri in Lunigiana. Nello specifico, sarebbero quattro gli uomini dell’arma arrestati, tra cui uno in carcere ed uno ai domiciliari, accusati di presunte irregolarità che sarebbero state intraviste in una decina di episodi di violenza loro contestati tra cui pestaggi. Ne dà notizia il quotidiano Repubblica.it che precisa come altri quattro carabinieri sono stati sottoposti al divieto di dimora mentre un altro militare sarebbe stato sospeso. L’inchiesta su presunte irregolarità dei carabinieri (sei in servizio presso la caserma di Aulla, tre in quella di albiano Magra) è destinata a fare scandalo. Tutto sarebbe partito dalla denuncia di un italiano nell’estate 2016. Da qui le indagini hanno riguardato poi una serie di abusi e illegalità che sarebbero stati commessi da appartenenti all’Arma in servizio nella bassa Lunigiana. Le accuse a carico dei quattro carabinieri arrestati sono quelle di falso e lesioni. Il procuratore di Massa, Aldo Giubilaro, dopo la richiesta delle misure cautelari ha dichiarato: “Sembrerebbe trattarsi, purtroppo, di una condotta diffusa, sia in caserma che fuori”.



Stando alle ricostruzioni della procura, le accuse di falso e lesioni a carico dei carabinieri arrestati farebbero riferimento ad una serie di pestaggi, tra cui quello che avrebbe visto vittima un extracomunitario, presunto spacciatore. Nell’ambito di un’attività di controllo antidroga, il marocchino fu portato in caserma in Lunigiana e secondo l’accusa quattro militari lo malmenarono al punto tale da farlo finire in ospedale. I militari avrebbero falsificato i verbali relativi a quel pestaggio che sempre secondo l’accusa non sarebbe stato l’unico episodio di violenza a scapito non solo di extracomunitari ma anche italiani. Giubilaro ha definito “metodici, sistematici” gli episodi contro i militari arrestati. Sarebbero ad oggi circa un centinaio i casi oggetto di dubbi, in merito ai quali nei mesi scorsi sono stati sequestrati i relativi verbali, tra cui quello relativo ad una prostituta che, portata in caserma, avrebbe addirittura subito abusi sessuali. In un altro caso oggetto di indagini, si è posta l’attenzione sulla strana “sparizione” di droga precedentemente sequestrata. Numerosi gli indagati, tra cui un maresciallo, alcuni appuntati e semplici militari.

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