Matteo Cagnoni, indagato ed in carcere per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri, in una lettera ha nuovamente tentato di difendersi dalle gravissime accuse a suo carico. L’uomo, come riporta velvetnews.it, ha spiegato l’assenza di un vero e proprio movente spiegando come solo 3 giorni prima dell’omicidio, in realtà, la coppia avesse raggiunto un accordo di separazione consensuale motivo per il quale lo stesso dermatologo non avrebbe avuto alcun motivo per ucciderla in modo così violento. A detta di Matteo Cagnoni, come dallo stesso scritto in una lunga lettera, i media lo avrebbero già bollato come “un assassino senza concessione del dubbio”. Per questo chiede ora con forza che sia fatto su di lui un “giudizio equo”. Intanto, tra una settimana esatta, prenderà il via ufficialmente il processo a carico del presunto assassino di Giulia Ballestri in occasione dell’udienza preliminare nel corso della quale il medico renderà nota la sua scelta in merito al rito con il quale sarà giudicato.
MATTEO CAGNONI, ULTIME NOTIZIE: VERSO L’UDIENZA PRELIMINARE, ABBREVIATO O PROCESSO IN ASSISE? (15 GIUGNO 2017) –
Il prossimo 22 giugno si deciderà sul destino giudiziario di Matteo Cagnoni, il noto dermatologo dei vip in carcere con la gravissima accusa di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri. In quella data, infatti, il medico comparirà davanti al Gup in occasione del primo cruciale tassello relativo alla terribile vicenda, in merito alla quale potrà decidere se scegliere di essere giudicato con rito abbreviato o, al contrario, preferire la via del dibattimento in Corte d’Assise. Nei casi di omicidio come questo, infatti, la legge non prevede il patteggiamento così come appare sempre più inverosimile – alla luce dei pesanti indizi di colpevolezza a carico dell’indagato – che il giudice Antonella Guidomei opti per il non luogo a procedere. E’ facile intuire già da ora quale sarà la mossa della difesa di Matteo Cagnoni, che quasi certamente sceglierà la strada del rito abbreviato anche in vista dello sconto di pena, in caso di condanna, che tale procedimento prevede. Non è tuttavia da escludere neppure la via del processo in Assise in quanto Cagnoni si è sempre dichiarato innocente rispetto all’omicidio orribile della moglie Giulia Ballestri, consumatosi lo scorso 16 settembre nella villa di sua proprietà, in via Padre Genocchi a Ferrara.
Qui la donna fu brutalmente aggredita e finita a colpi di bastonate, per poi essere abbandonata nell’abitazione in disuso dove, secondo l’accusa, sarebbe avvenuto un incontro con il marito dal quale si stava separando. Tornando alle scelte processuali che si conosceranno solo il prossimo 22 giugno, nonostante il rito abbreviato preveda la pena massima fino a 30 anni di reclusione, in caso di condanna con aggravanti confermate (ovvero la premeditazione e la crudeltà) Matteo Cagnoni rischierebbe comunque l’ergastolo.
In attesa dell’udienza preliminare del prossimo 22 giugno, come sta reagendo Matteo Cagnoni? L’ultima novità in merito al caso di Giulia Ballestri riguarda una lettera di 12 pagine, scritta a mano ed a firma del marito nonché presunto assassino della 39enne. Il noto dermatologo l’ha indirizzata al Corriere Romagna ma inevitabilmente ha fatto il giro dei quotidiani locali e non che ne hanno prontamente estrapolato il contenuto. Il medico, come sappiamo, è ad oggi il solo indagato dell’assurdo omicidio di Ravenna a scapito della moglie e madre dei loro bambini, Giulia Ballestri. La donna fu uccisa a bastonate nella villa disabitata dei Cagnoni ed il cadavere fu rinvenuto solo 48 ore dopo, nudo e massacrato. L’uomo, nel frattempo, si era dato a quella che per l’accusa apparve come una vera e propria fuga a Firenze, nella villa paterna, insieme ai suoi figli. Qui fu successivamente arrestato. A distanza di nove mesi dal delitto della moglie, Cagnoni continua a respingere le accuse gravissime a suo carico ed a definirsi totalmente innocente.
Alla vigilia dell’appuntamento con la giustizia, il medico si difende e nella lettera scrive che “chiunque dall’esterno poteva accedere, con una arrampicata, all’interno della villa, c’era una porta lasciata aperta”. Con le sue parole, dunque, Matteo Cagnoni instilla ancora una volta il dubbio ed a tal proposito rilancia: “il mio corpo non porta alcuna traccia di difesa della vittima, com’è possibile?”. Cagnoni critica aspramente anche il movente del delitto commentando: “il fatto che con Giulia avessi raggiunto un accordo di separazione consensuale, appena 3 giorni prima, non ha pesato per nulla sulla carenza totale di movente”. Infine punta il dito contro i media, i quali a sua detta lo avrebbero già bollato come un assassino: “Non invoco altro che un giudizio equo”, chiede infine.