Ricorre oggi la celebrazione liturgica di San Vito, giovane cristiano che subì il martirio per la fede nel 303 e ricordato ogni anno nelle date del 15 giugno e 20 marzo. Le sue origini sono incerte, sebbene la tradizione lo collochi in Sicilia, dove nacque nel III secolo a Mazara da padre pagano. Sin da giovanissimo operò molti miracoli trovandosi a dover lottare con forza per la sua fede, venendo arrestato su istigazione del proprio padre. Liberato grazie al miracolo di un angelo, Vito si recò in Lucania e da qui ripartì il suo apostolato. Grazie alla sua fama, fu condotto a Roma dove su richiesta di Diocleziano riuscì a liberare il figlio dal demonio, ma successivamente lo stesso gli si scagliò contro facendolo arrestare ed infine uccidere. Una esistenza breve, vissuta sin da piccolo nel martirio e terminata nel medesimo modo, senza però mai rinnegare la sua grande fede. Ma le leggende attorno alla figura del Santo sono molteplici. Un’altra celebre lo colloca in Sicilia, a Regalbuto, dove nel luogo in cui sorge ora la chiesa dei Cappuccini, si sarebbe fermato per riposare. Qui avrebbe incontrato alcuni pastori disperati in quanto dei cani avevano sbranato un bambino. Vito richiamò gli animali facendosi restituire i resti del corpo del bimbo che tornò miracolosamente in vita.
L’immagine di San Vito è fortemente venerata non solo come martire della Chiesa Cattolica ma assume una grande importanza anche per le Chiese ortodosse serba e bulgara. Definito patrono e protettore dei danzatori, San Vito rientra tra i santi ausiliatori, ovvero coloro verso i quali si invoca una intercessione al fine di ottenere la guarigione da gravi ed importanti malattie. Tra queste, è nota la Corea di Sydenham, particolare forma di encefalite più nota come il “ballo di San Vito” e consistente in tremori, tic e così via. Nella simbologia religiosa, San Vito è raffigurato con la palma del martirio e con il calderone nel quale sarebbe stato ucciso.
Numerosi sarebbero i luoghi al santo dedicati o nei quali sarebbero custodite le sue reliquie. Presso la chiesa di San Vito a Marigliano, in provincia di Napoli, ci sarebbe la tomba del martire sigillata da un marmo, che in passato era ricoperta da pietre preziose e che oggi riporta una scritta in latino. Presso Eboli, dove Vito incontrò la morte, sono disseminati altri luoghi di culto dedicati al martire. Altre sue presunte reliquie sarebbero custodite presso la Collegiata di Sant’Ambrogio di Omegna (VB), all’interno di un corpo cerato raffigurante il Santo, così come nell’omonima chiesa di Marola (SP). San Vito si celebra anche a Santo Stefano del Sole (AV) dove il martire è patrono e dove sarebbero conservate le sue reliquie. Qui i festeggiamenti non sono limitati solo ed esclusivamente nel giorno del 15 giugno ma anche nell’ultima domenica di agosto, ovvero nel giorno in cui vennero deposte nella Chiesa Madre nel 1814. Una reliquia del sangue del santo è custodita anche nella Chiesa Madre dei Santi Apostoli Pietro e Paolo in Pisciotta (Sa) e ogni anno, in occasione dei festeggiamenti, il sangue si liquefa.