Le frontiere della maternità surrogata sono ancora in parte inesplorate ed incuriosiscono e al tempo stesso preoccupano chi si occupa abitualmente di bioetica. Dalla Cina però stanno arrivando notizie su una nuova pratica fin qui decisamente inusuale, della quale si è parlato su diverse testate giornalistiche locali. Diverse ragazze starebbero infatti vendendo i loro ovuli, pratica ripetibile più volte per una donatrice, ma che rappresenta per chi compra l’ovulo una spesa decisamente inferiore rispetto alla maternità surrogata, con un utero in affitto che può arrivare a costare mezzo milione di dollari. Una ragazza cinese che avrebbe già venduto 20 ovuli, sarebbe invece riuscita a guadagnare con questa pratica circa 33.500 dollari. Altre cifre ed un mercato dunque potenzialmente infinito, con le ragazze più belle e più intelligenti (fanno fede i risultati all’università) che possono vendere i loro ovuli ad un prezzo più alto.



La procedura però non è priva di rischi per chi vi si sottopone. Innanzitutto dal punto di vista legale, visto che in Cina la vendita degli ovuli è illegale, anche se l’aumento della frequenza della pratica lascia pensare come in realtà in molti abbiano trovato il modo di sfuggire ai controlli della legge. D’altra parte, anche dal punto di vista della salute non mancano i dubbi. Una donna sana produce al massimo due ovuli al mese, ma chi vende i proprio ovuli spesso assume medicinali proprio per aumentare questa produzione e guadagnare di più. Pratica assai pericolosa per la salute delle ragazze, visto che la sindrome da iperstimolazione ovarica può portare a scompensi metabolici con aumento di peso, nausea, problemi renali e diverse altre complicanze. Nonostante questo il mercato degli ovuli in Cina sembrerebbe imperversare, considerando che si tratta anche di sfuggire alla legge sul figlio unico che nel paese orientale impedisce di avere più di un bambino o bambina per famiglia.

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