Aveva 25 anni quando, il primo aprile 2010, fu ucciso con sei colpi di lupara al volto in un agguato a Monasterace, in provincia di Reggio Calabria. Dietro il terribile omicidio, la decisione del giovane, incensurato e proprietario di un negozio di concimi, entrato nel clan dei Ruga ed intenzionato ad uscirne e cambiare vita. Proprio il passo indietro agli occhi della “famiglia”, gli sarebbe costato caro. A distanza di oltre sette anni dal delitto, come rivela oggi Corriere.it, questo venerdì sono stati eseguiti due arresti, a scapito di coloro che sono considerati i responsabili degli agguato ad Angelo Ronzello. Si tratta dei due fratelli Remo e Maurizio Sorgiovanni, rispettivamente di 31 e 28 anni. Ai due arresti si è giunti al termine di alcune lunghissime indagini che hanno finalmente portato, sette anni dopo, alla scoperta del vero movente dietro l’omicidio di Monasterace e dei due responsabili.
Sin da subito, gli inquirenti inquadrarono l’uccisione di Angelo Ronzello come un omicidio di ‘ndrangheta. Sebbene fosse incensurato, il 25enne qualche settimana prima dell’agguato mortale sarebbe stato il destinatario di un avviso orale a causa di alcune sue frequentazioni. Un provvedimento che lo aveva molto scosso al punto da averlo spinto a cambiare abitudini, rompere con le vecchie amicizie pericolose e dedicarsi esclusivamente al lavoro anche alla luce delle grandi soddisfazioni economiche che da ciò ne derivavano.
Per tale ragione, i suoi vecchi “amici” iniziarono a chiedergli del denaro in prestito. Tra loro vi erano anche i due fratelli Sorgiovanni, oggi arrestati, i quali contrassero un debito di 40 mila euro con la promessa di onorarlo dopo qualche mese. Nel tempo, il 25enne avrebbe chiesto indietro il suo denaro infastidendo i due fratelli che decisero così di ucciderlo. I due presunti assassini, dopo il delitto di Angelo Ronzello furono a lungo intercettati e pedinati dagli inquirenti, che li misero in cima alla lista dei sospettati anche per via del luogo in cui avvenne l’omicidio, ovvero sotto l’abitazione della sorella dei due arrestati. I due fratelli pianificarono così l’agguato con l’autorizzazione della cosca locale, decisione rafforzata anche dalla decisione del giovane 25enne di uscire definitivamente dal clan. Quindi il delitto, nel quale la vittima fu colpita al volto in un agguato in piena notte.