I contratti statali e il rinnovo degli stipendi PA fanno ancora discutere, specie in alcune aree della pubblica amministrazione come la Scuola dove il rinnovo dei vari contratti pubblici sono attesi davvero da anni. Mentre manca ancora l’atto di indirizzo delle varie branche della PA, ha parlato il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: «abbiamo avviato un lavoro importante per la composizione e la condivisione delle linee di indirizzo. Partiranno subito tavoli di approfondimento sui singoli settori che si concluderanno i primi di luglio». Per il ministro Miur i tempi sono oggettivamente “serrati” e non si può continuare a lasciare ferma la vita contrattuale dei vari dipendenti statali: «non si può attendere ancora. Il riconoscimento professionale ed economico di chi sta nella Scuola, nell’Università, nella Ricerca è centrale. Da qui riparte la possibilità di crescita effettiva e vera nel Paese». (agg. di Niccolò Magnani)



I nuovi contratti degli Statali portano a valutare tutte le possibili conseguenze delle decisioni prese dal Ministero in merito alla riforma della Pubblica Amministrazione. In merito agli aumenti messi in atto, le novità non sarebbero particolarmente confortanti. Era stato anticipato che si sarebbe potuto arrivare a circa 85 euro in più in busta paga per i dipendenti, invece i nuovi contratti statali porterebbero un beneficio di soli 45 euro in busta paga, per giunta lordi, quindi l’aumento effettivo sarebbe di 25 euro. Poco rispetto alle aspettative e soprattutto rispetto al tempo passato prima di trovare l’accordo, visto che di contratto degli Statali si parla ormai dal 2009 e la trattativa è stata lunga ed estenuante, senza che venissero trovati punti in comune. Negli otto anni d’attesa trascorsi per il rinnovo del contratto, l’inflazione ha diminuito del 10% il potere d’acquisto degli stipendi dei dipendenti della pubblica amministrazione in Italia.



Il problema è che un aumento andrebbe peraltro ad azzerare il bonus Renzi di ottanta euro, corrisposto al netto, negli ultimi anni: il Ministro Madia dovrà lavorare per trovare una soluzione a questo inconveniente che rischierebbe addirittura di azzerare l’effetto del pur risicato aumento. In più, balla la questione del bonus docenti, fissato a circa 500 euro e che dovrebbe compensare gli scatti di anzianità non corrisposti ai lavoratori statali dal 2013 ad oggi. Un’altra misura complessa che dovrebbe avere un impatto di circa 380 milioni di euro sulle casse dello Stato, portando così ad erodere la perdita di circa mille euro l’anno lordi che i docenti hanno avuto vedendo slittare la corresponsione degli scatti. Insomma, al di là di quanto presentato in conferenza stampa dal Ministro Madia, la situazione sembra ancora completata e non saranno 25 euro netti in busta paga a placare le proteste e le preoccupazioni nell’ambito dei contratti statali.

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