Con una breve ma intensa omelia, Papa Francesco ha celebrato dal sagrato di San Giovanni in Laterano la festa del Corpus Domini, prima di partire per la processione cittadina fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. «Nella solennità del Corpus Domini torna più volte il tema della memoria […] Il «pane vivo, disceso dal cielo» (Gv 6,51) è il sacramento della memoria che ci ricorda, in modo reale e tangibile, la storia d’amore di Dio per noi», spiega Papa Francesco davanti ai tanti fedeli accorsi fuori dalla grande basilica romana. «La memoria è importante, perché ci permette di rimanere nell’amore, di ri-cordare, cioè di portare nel cuore, di non dimenticare chi ci ama e chi siamo chiamati ad amare», spiega Bergoglio, sottolineando come proprio questa facoltà ultimamente si è indebolita nell’uomo. Siamo voraci ma poveri di ricordi, vogliamo tutto ma rimaniamo in superficie e non andiamo più in profondità: «Ma la solennità di oggi ci ricorda che nella frammentazione della vita il Signore ci viene incontro con una fragilità amorevole, che è l’Eucaristia. Nel Pane di vita il Signore viene a visitarci facendosi cibo umile che con amore guarisce la nostra memoria, malata di frenesia. Perché l’Eucaristia è il memoriale dell’amore di Dio».
Per Francesco il senso della Festa del Corpus Domini riflette proprio l’invito di Cristo agli Apostoli nell’Ultima Cena: «L’Eucaristia ci ricorda anche che non siamo individui, ma un corpo. Come il popolo nel deserto raccoglieva la manna caduta dal cielo e la condivideva in famiglia (cfr Es 16), così Gesù, Pane del cielo, ci convoca per riceverlo, riceverlo insieme e condividerlo tra noi. L’Eucaristia non è un sacramento “per me”, è il sacramento di molti che formano un solo corpo, il santo popolo fedele di Dio». È un “Dna spirituale”, dice ancora Francesco alla fine dell’omelia sul sagrato romano, sempre sull’Eucaristia: «Così l’Eucaristia forma in noi una memoria grata, perché ci riconosciamo figli amati e sfamati dal Padre; una memoria libera, perché l’amore di Gesù, il suo perdono, risana le ferite del passato e pacifica il ricordo dei torti subiti e inflitti; una memoria paziente, perché nelle avversità sappiamo che lo Spirito di Gesù rimane in noi. L’Eucaristia ci incoraggia: anche nel cammino più accidentato non siamo soli, il Signore non si scorda di noi e ogni volta che andiamo da Lui ci ristora con amore». (agg. di Niccolò Magnani)
Comincia in questi minuti sul sagrato di San Giovanni in Laterano la celebrazione del Corpus Domini con Papa Francesco che dalle 19 terrà la Santa Messa con la conseguente processione verso Basilica di Santa Maria Maggiore. L’intera celebrazione potrà essere seguita in diretta streaming video nel link di YouTube disponibile a fondo pagina, con la festa del Corpo di Gesù che si conferma uno dei punti cardinali del’Anno Liturgico della Chiesa Cattolica, particolarmente sentito dallo stesso Pontefice che poco fa ha twittato «Gesù si è spezzato, si spezza per noi. E’ l’Eucaristia. E ci chiede di darci, di spezzarci per gli altri». Proprio il concetto di sacrificio, di offerta, è quanto di più incomprensibile per l’uomo nel corso dei secoli: che Dio possa esserci spezzato per noi ci “blocca”, non è ritenuto possibile, e di conseguenza per noi rispondere a questo sacrificio risultato alquanto “difficile” se rimaniamo col cuore distante dall’annuncio e dalla proposta di liberazione dell’umanità che è propria della religione cattolica. Vivere e comunicare l’Eucaristia è il misterioso invito che ognuno di noi ha ricevuto con il battesimo e con la costruzione della vita cristiana. Un “pane” che si spezza come “Lui” si è spezzato per l’uomo, per ciascuno di noi… (agg. di Niccolò Magnani)
Gesù si è spezzato, si spezza per noi. E’ l’Eucaristia. E ci chiede di darci, di spezzarci per gli altri.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 18 giugno 2017
Il tema dei migranti, dei rifugiati e dei nuovi perseguitati resta al centro del dibattito interno alla Chiesa con Papa Francesco che nel giorno della festa del Corpus Domini, durante l’Angelus, ha voluto sottolineare come le nostre comunità devono essere accoglienti e concretamente attivi per tendere la mano ai più bisognosi. «Nell’Eucaristia Egli offre sé stesso come forza spirituale per aiutarci a mettere in pratica il suo comandamento – amarci come Lui ci ha amato -, costruendo comunità accoglienti e aperte alle necessità di tutti, specialmente delle persone più fragili, povere e bisognose», spiega il Papa da Piazza San Pietro. Per il Pontefice, che si appresta tra un’ora alle celebrazioni da San Giovanni in Laterano, «l’incontro personale con i rifugiati dissipa paure e ideologie distorte, e diventa fattore di crescita in umanità, capace di fare spazio a sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti». (agg. di Niccolò Magnani)
Nel giorno del Corpus Domini – che la Chiesa festeggia oggi con la celebrazione di Papa Francesco a Roma dalle ore 19, ma che in realtà da calendario è stata celebrata lo scorso 15 giugno – è stata ritrovata la famosa reliquia contenente il cervello del Santo fondatore dei Salesiani, Don Giovanni Bosco. Ha parlato oggi il rettore della Basilica di Castelnuovo, Don Luca Barone, che davanti ai suoi fedeli alla Santa Messa ha annunciato: «Il ritrovamento della reliquia di San Giovanni Bosco è avvenuto proprio nella giornata della festa del Corpus domini, a metà della novena della Consolata e mi è venuto in mente quello che diceva don Bosco: ‘Abbiate fede in Gesù e Maria e vedrete il miracolo’. Ed è stato proprio così».
Un miracolo nel giorno del Corpo di Cristo per un fedele servitore e testimone con il Santo educatore: «Dobbiamo ringraziare il Signore per questo felice ritrovamento e affidare a lui tutte le persone che hanno operativamente lavorato per il buon esito di questa increscioso situazione, in modo particolare la magistratura e l’Arma dei carabinieri di Villanova e di Asti», ha concluso il rettore della Basilica dedicata a Don Bosco. (agg. di Niccolò Magnani)
Per la festa del Corpus Domini a Milano, l’arcivescovo Angelo Scola ha accompagnato giovedì scorso in processione la città intera con i fedeli pe celebrare il pane, il vino e il sacrificio di Cristo per l’uomo. «Abbiamo camminato nella convinzione di avere incontrato, nel Mistero della fede, la verità a cui il nostro cuore anela», ha fatto sapere sul sito della Diocesi lo stesso Cardinale dopo la bella processione tenuta per le vie del centro. «È il Mistero della fede che dà alla parola “verità” un significato chiaro, parola oggi confusa, usata da molti solo per relativizzarla, non nel senso buono che tutto debba essere relativo all’altro, ma nel senso pieno di dubbio che una verità non esista», ha detto nel suo intervento e breve riflessione l’Arcivescovo milanese.
Citando anche San Paolo, «egli svuotò se stesso sul palo ignominioso della Croce. Per questo non possiamo rinunciare a testimoniare questa rivelazione potente del Mistero della fede che è il senso della vita e che trova nella Santa Eucaristia il suo punto espressivo più potente. Ecco perché siamo lieti di essere passati in mezzo a una folla che ne è più o meno inconsapevole, ricordandoci delle parole del Signore: “Perdona loro perché non sanno quello che fanno». Con un Tweet oggi nella festa del Corpus Domini viene riassunto così da Scola, «Noi abbiamo conosciuto che nell’Eucaristia si dà la rivelazione della Verità». (agg. di Niccolò Magnani)
Noi abbiamo conosciuto che nell’Eucaristia si dà la rivelazione della Verità
— Card. Angelo Scola (@angeloscola) 18 giugno 2017
Il Corpus Domini è uno dei misteri più profondi e allo stesso tempo insondabili della tradizione cattolica: oggi Papa Francesco nella celebrazione e processione da San Giovanni in Laterano proverà a rilanciare la sfida e il tema del pane come corpo di Cristo donato agli uomini in terra nei secoli a venire dopo la Venuta nel Mondo del figlio di Dio. In una celebre omelia del 2006 da piazza San Pietro l’attuale Papa Emerito Benedetto XVI spiegava così con una illuminante posizione: «Gesù, come segno della sua presenza, ha scelto pane e vino. Con ognuno dei due segni si dona interamente, non solo una parte di sé. Il Risorto non è diviso. Egli è una persona che, mediante i segni, si avvicina a noi e si unisce a noi. I segni però rappresentano, a modo loro, ciascuno un aspetto particolare del mistero di Lui e, con il loro tipico manifestarsi, vogliono parlare a noi, affinché noi impariamo a comprendere un po’ di più del mistero di Gesù Cristo».
Papa Ratzinger aveva poi condotto la riflessione tutta sul Vangelo di Giovanni sul “Chicco di grano” – «In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv 12, 24)» – ed è qui che il papa-teologo condusse il suo affondo: «Nel pane e nel suo divenire, gli uomini hanno scoperto come una attesa della natura, come una promessa della natura che questo avrebbe dovuto esistere: il Dio che muore e in questo modo ci conduce alla vita. Ciò che nei miti era attesa e che nello stesso chicco di grano è nascosto come segno della speranza della creazione – questo è accaduto realmente in Cristo. Attraverso il suo soffrire e morire liberamente, Egli è diventato pane per tutti noi, e con ciò speranza viva ed attendibile: Egli ci accompagna in tutte le nostre sofferenze fino alla morte». (agg. di Niccolò Magnani)
Per la Festa del Corpus Domini, in attesa della celebrazione di Papa Francesco a Roma a simbolo di tutta la cristianità, sono numerosi i messaggi che le varie Diocesi hanno ricevuto dai loro Vescovi e Arcivescovi, come accompagnamento ad una delle feste liturgiche più importanti della Chiesa Cattolica. Il vescovo di Ascoli Piceno, Monsignor Giovanni D’Ercole, ha voluto dedicare addirittura un lungo articolo su “In Terris” per provare a spiegare e illustrare la bellezza e l’importante della festa per il Corpo di Cristo. «E’ una pubblica e solenne manifestazione della nostra fede, necessaria anche in questo nostro tempo segnato da confusione e perdita di punti di riferimento ideali, morali e spirituali», scrive il Prelato ascolano. L’Ostia consacrata è “pane all’apparenza ma Gesù Cristo nella realtà di totale presenza, corpo, sangue anima e divinità”, scrive ancora monsignor D’Ercole, spiegando come i dubbi e le incertezze possono indebolire la nostra fede ma non possono distruggere la verità della presenza di Gesù.
«L’Eucaristia educa alla pace perché ci insegna ad assumere la creazione e la storia degli uomini in rendimento di grazie: Gesù, infatti, nell’ultima cena prese nelle sue mani il pane e il vino, e rese grazie, pronunziando la preghiera di benedizione. Fare Eucaristia significa prendere, assumere, accogliere, scegliere il frutto della terra e il lavoro dell’uomo, in atteggiamento di rendimento di grazie e di benedizione», conclude ancora il Vescovo di Ascoli Piceno. (agg. di Niccolò Magnani)
Appuntamento molto importante nella giornata di domenica 18 giugno per la comunità cattolica, con la celebrazione del Corpus Domini. La Santa Messa sarà celebrata da Papa Francesco nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma alle ore 19.00, dopodiché si procederà alla processione eucaristica che vedrà i fedeli attraversare via Merulana fino ad arrivare alla Basilica di Santa Maria Maggiore. La maggiore innovazione apportata da Papa Francesco relativamente al Corpus Domini è lo spostamento della celebrazione dal giovedì (per la precisione il primo dopo la Santissima Trinità) alla domenica. Una scelta compiuta anche per agevolare la partecipazione dei fedeli in una giornata festiva e, infatti, per questo Corpus Domini è prevista una grande risposta, con Roma che ha tirato a lucido tutte le misure di sicurezza necessarie per la gestione di una grande manifestazione religiosa pubblica.
La processione del Corpus Domini simboleggia la presenza di Dio nelle strade percorse quotidianamente dall’uomo: le origini della celebrazione del Corpus Domini affondano le loro radici in Belgio, in pieno Medio Evo quando nel tredicesimo secolo la beata Giuliana di Retìne ebbe una visione mistica che la invitava a celebrare il Santissimo Sacramento, quello del corpo di Cristo che non aveva ancora una data escluse naturalmente le celebrazioni della Settimana Santa. Fu poi Papa Urbano IV a sancire la solennità del Corpus Domini per tutta la Chiesa, fissando la data della celebrazione al giovedì successivo alla prima domenica dopo la Pentecoste. Allo stesso periodo risale il miracolo eucaristico di Bolsena, quando dall’ostia spezzata da un sacerdote boemo durante la Messa caddero delle gocce di sangue che sporcarono la sua veste e l’altare. Da allora la solennità della festa non è stata più messa in discussione, anche se alcuni cambiamenti, come abbiamo avuto modo di vedere, sono stati apportati sulla data della celebrazione.
L’anno di svolta per la moderna celebrazione del Corpus Domini può essere fissato al 1977, quando venne spostata in molte Nazioni, fra cui l’Italia, dal giovedì alla domenica, giornata ritenuta maggiormente adatta per le celebrazioni religiose. In alcune grandi città, come ad esempio Milano tenendo conto del calendario Ambrosiano, la celebrazione del Corpus Domini è stata mantenuta al giovedì. Papa Francesco ha segnato la svolta nel 2016, spostando anche la solenne celebrazione di Roma alla domenica, decidendo così di non seguire più il calendario liturgico vaticano, bensì direttamente quello italiano. Alle ore 19 di domenica 18 giugno dunque sarà prevista una grande folla di fedeli presso il sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. La folla si sposterà poi per Roma per la processione eucaristica, scandendo l’inno scritto da Tommaso D’Aquino ormai quasi ottocento anni fa, commissionato proprio da Papa Urbano IV per la celebrazione del Corpus Domini.