Anche secondo il tribunale della Libertà di Bologna, a commettere il delitto di Marco Montruccoli avvenuto a Forche (Reggio Emilia) oltre due anni fa sarebbe stato proprio Fatmir Hikaj, detto Miri. Per questo, nelle passate ore, i giudici hanno disposto l’ordinanza che prevede la custodia in carcere dell’uomo, condannato a 20 anni di carcere un mese fa. A darne notizia è la Gazzetta di Reggio nella versione online che spiega come con l’ordinanza disposta dal Tribunale della Libertà, dunque, sia stato accolto l’appello del pm Maria Rita Pantani dopo che la Corte d’Assise di Reggio Emilia si era espressa negativamente sulla misura cautelare a carico di Miri. Dopo l’iniziale periodo di detenzione per tentato omicidio, in seguito alla sentenza di primo grado è stato confermato che fu proprio lui, seppur provocato, ad infierire 14 coltellate mortali contro Marco Montruccoli il 2 febbraio 2015. Nell’ambito del delitto rimase ferito anche il fratello della vittima, Matteo, per il cui tentato omicidio è già fuori, ai domiciliari, il secondo imputato Daniel Tufa. Quest’ultimo era stato condannato a 6 anni di reclusione ma grazie all’istanza presentata dal difensore dei due albanesi, l’avvocato Carlo Taormina, si trova ora a Modena dove sta scontando la sua pena ai domiciliari.
Lo stesso destino sarebbe potuto capitare anche a Fatmir Hikaj, ma nel suo caso la possibilità di godere dei domiciliari è sfumata a causa della condanna in primo grado per omicidio e della decisione del tribunale della Libertà. Quest’ultimo ha messo in luca la provocazione ricevuta dai due albanesi ma condanna soprattutto la loro eccessiva reazione, commentando in merito: “In particolare per quanto riguarda Hikaj fu talmente feroce, sanguinaria, insistita, pervicace ed efficiente, da non legittimare in alcun modo l’assunto che il periculum possa essere scongiurato con presidi diversi da quello carcerario”. I giudici hanno poi messo in risalto “l’esplosione di violenza distruttiva” contro Marco Montruccoli, rivelatasi “autenticamente straordinaria”. Al momento, tuttavia, la misura cautelare disposta dal Tribunale della Libertà resta sospesa e potrebbe presto giungere un ricorso in Cassazione da parte della difesa di Miri.