Chris Gard e Connie Yates, i genitori del piccolo Charlie, vorrebbero che il bambino si sottoponesse ad una terapia sperimentale negli Stati Uniti. Una posizione contraria a quanto affermato dagli specialisti del Great Ormond Street Hospital for Children, dove si trova attualmente ricoverato il neonato di 10 mesi. Il piccolo Charlie dovrà tuttavia attendere la decisione della Corte Europea dei Diritti Umani per sapere se potrà avere questa nuova chance oppure no, un tempo indefinito che potrebbe comportare anche diversi giorni di attesa. Secondo le ultime indiscrezioni, sottolineate da The Telegraph, la Corte avrebbe deciso che l’assistenza al piccolo dovrà proseguire fino al prossimo 10 luglio, mentre tre giudici analizzeranno la documentazione per stabilire il prossimo passo da compiere. Una portavoce della Corte ha dichiarato inoltre che il caso di Charlie Gard è da considerarsi una priorità, “alla luce delle circostanze eccezionali del caso in esame, il tribunale ha già conferito la proprietà e tratterà la richiesta con la massima urgenza”. Nei prossimi giorni dovrebbe essere tuttavia stabilito un calendario preciso per giungere al verdetto finale, in seguito alla visione delle cartelle da parte del responsabile della Corte. [Aggiornamento a cura di Morgan K. Barraco]
Verdetto rinviato per il piccolo Charlie Gard, che dovrà attendere ancora prima di scoprire quale sarà la decisione della Corte Suprema. Una situazione controversa, delicata e spinosa, che mette in difficoltà anche i giudici. In attesa, Londra dovrà continuare a mantenere in vita il piccolo Charlie, come sottolineato in un comunicato stampa della Corte. Fino a che non verrà espresso un chiaro verdetto a seguito del ricorso presentato dai genitori del bambino, i medici londinesi dovranno preoccuparsi di fornire a Charlie Gard ogni cura necessaria per la sua sopravvivenza, cercando di evitargli sofferenze inutili e mantenendo intatta la sua dignità di essere umano. Come sottolinea Il Corriere della Sera, si tratta solo di una soluzione temporanea in attesa di un pronunciamento definitivo da parte della Corte, che dovrà valutare tutta la documentazione pervenuta nel frattempo e diversi fattori che riguardano non solo la salute del piccolo, ma anche la qualità della sua vita attuale. [Aggiornamento a cura di Morgan K. Barraco]
La Corte europea dei diritti dell’uomo non si è ancora espressa sulle sorti di Charlie Gard: stando a quanto riportato dalla BBC, non sono previste novità a breve, quindi l’attesa rischia di prolungarsi per i genitori del piccolo di dieci mesi, affetto da sindrome genetica da deperimento mitocondriale. La coppia vorrebbe portare il piccolo negli Stati Uniti per sottoporlo ad una terapia nucleosidica: «È stata sperimentata sui topi per un ceppo diverso di malattie, TK2. Non è detto che questo approccio terapeutico possa avere gli stessi effetti anche sulla mutazione di Charlie», ha spiegato Giuseppe Novelli, Rettore dell’Università Tor Vergata e Ordinario di genetica medica, ai microfoni dell’Osservatorio malattie rare. Gli stessi esperti statunitensi, prendendo atto della forte encefalopatia che aveva colpito Charlie, avevano espresso i propri dubbi sulle possibilità di miglioramento con il trattamento nucleosidico. E non avendo mai trattato alcuna encefalopatia con questa terapia, non sono stati in grado di fornire basi scientifiche per un’eventuale risposta positiva del bambino. Nonostante ciò, i genitori di Charlie vogliono comunque portarlo negli Stati Uniti. L’ultima parola spetta alla Corte di Strasburgo. (agg. di Silvana Palazzo)
Veglie eucaristiche sono state organizzate ieri sera a Genova e La Spezia per Charlie Gard, il bimbo inglese di dieci mesi sul quale oggi la Corte europea dei diritti dell’uomo emetterà una sentenza. Potrebbe confermare l’interruzione dei sostegni vitali, allineandosi alla decisione dei tre tribunali britannici e a cui i genitori si sono opposti strenuamente, o mantenere in vita il piccolo. Le veglie silenziose si sono tenute a La Spezia presso la cappella del Santissimo Crocifisso e alla chiesa di Santa Marta di Genova. Qui – come riportato da cittadellaspezia.com – monsignor Sergio Galletti ha introdotto la preghiera con una riflessione sulle leggi e sentenze di morte imposte con «la dittatura del pensiero unico». Dopo aver combattuto per decenni gli orrori dei regimi totalitari del secolo scorso, per Galletti si rischia di ricalcarne le orme. Ha quindi letto un brano dell’Evangelii Gaudium, nel quale papa Francesco condanna la «cultura dello scarto» per la quale l’essere umano viene considerato come «bene di consumo, che si può usare e gettare». (agg. di Silvana Palazzo)
Chris Gard e Connie Yates aspettano di sapere dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo se il piccolo Charlie potrà continuare a vivere. Nel frattempo, come riportato dal Daily Mail, hanno pubblicato due foto strazianti del figlio di dieci mesi: in una il bimbo stringe un passaporto (clicca qui per vederla), nell’altra festeggia per la prima volta la festa del papà (qui la foto). Immagini che colpiscono tutti coloro che hanno preso a cuore la storia di Charlie Gard, nato con una rara malattia genetica. I suoi genitori sperano che venga sovvertita la decisione della Corte Suprema britannica, che ha appoggiato la linea dei medici del Great Ormond Street Hospital, secondo cui non c’è più nulla da fare per il bimbo. Il loro obiettivo è portare il figlio negli Stati Uniti per sottoporlo ad un trattamento sperimentale. Per non chiedere supporto finanziario all’NHS hanno raccolto più di 1,3 milioni di sterline grazie al contributo di 83mila persone. (agg. di Silvana Palazzo)
La decisione della Corte Suprema su Charlie Gard ancora non è arrivata e l’attesa diventa sempre più consumante per i genitori e gli amici che hanno sollevato il caso mondiale con il loro appello alla Giustizia Inglese di non staccare la spina al piccolo bimbo malato di sindrome di deperimento mitocondriale. Lo scorso 15 giugno una fiaccolata pro-vita è stata organizzata a Roma presso l’Ambasciata inglese con i tanti messaggi e richieste pervenute al Consolato. «Non togliete la speranza a Charlie ed ai suoi genitori», era uno dei motti più frequenti durante la processione di preghiera e di protesta promossa dal portale CitizenGo Italia, con la presenza di tante associazioni pro-life. Una protesta in silenzio durata per oltre un’ora con più di 100 persone; «non spegnete la vita di Charlie! Perchè uno Stato che distrugge la vita dei più deboli, che non tutela l’innocente è solo un altro mostro!», si leggeva in uno dei tanti cartelli presenti alla fiaccolata.
Si spera nella decisione positiva per il bimbo e la sua permanenza in vita, tenendo conto che siamo comunque di fronte ad un caso davvero delicato e di cui è impossibile “sparare” slogan o definizioni come se fossimo tutti esperti. Si può pregare, questo sì, ed è quello che da settimane in tantissimi tra l’Italia, l’Inghilterra e il mondo intero, stanno facendo in nome della vita e in nome della storia sfortuna e drammatica di Charlie Gard. (agg. di Niccolò Magnani)
– Ha senso o non ha senso vivere? I tanti appelli in questi giorni per la triste vicenda di Charlie Gard vanno in tante direzioni e sono tutti legittimi, sia i pro che i contro il rimanere in vita di questo piccolo spettacolo che da solo testimonia più vita dell’Intera Europa di oggi. Una sentenza di vita o di morte, in tanti si sono schierati: ci permettiamo però, nella nostra personale attesa da uomini prima ancora che da giornalisti verso la sentenza della Corte Suprema dei Diritti UE, di segnalare un appello particolare che arriva da Luca Russo, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, nonché padre di un’altra piccola vita che vive una situazione del genere. “Je Suis Charlie” recita il titolo, “Io sono Charlie”, esattamente come quel motto divenuto virale sui social dopo l’attacco terroristico al giornale satirico Charlie Hebdo. Oggi quel “sono Charlie” significa però dare voce non ad un gruppo di giornalisti e vignettisti che sono stati ingiustamente attaccati dalla folli omicida con i mitra, ma di osservare e cercare di tenere in vita un piccolo esserino che vuole essere messo a tacere dalla “buona” e “sana” volontà di porre fine alle sue sofferenze.
«Il dolore ci rende prossimi. Allora con l’ardire di un padre che come un leone lotta per la vita del figlio, così anch’io, un po’ padre di Charlie Gard, Le chiedo, Presidente Mattarella, di osare!», chiede al presidente della Repubblica questo padre-attivista che richiede la cittadinanza italiana per Charlie Gard prima della sentenza che comunque vada segnerà un passo indelebile nella vita di tutti noi. «Si le chiedo di esagerare, andando oltre i protocolli istituzionali che spesso tengono ingabbiato l’uomo dentro le rigide formalità della politica. Le chiedo di esagerare con il gesto folle della Pietà, con la pazzia della Misericordia che sa prendersi a cuore le creature più fragili ed indifese perché Lei sa che un Paese si puo’ definire “Popolo” nel momento in cui non abbandona i suoi figli più deboli». (agg. di Niccolò Magnani)
Terrorismo, il terribile rogo alla Grenfell Power, le tensioni dopo le elezioni generali. In un momento già molto complicato la Gran Bretagna si trova in questi giorni scossa dal caso del piccolo Charlie Gard. Un bambino di soli dieci mesi affetto da una gravissima patologia, la sindrome di deperimento mitocondriale che porta al collasso dei muscoli e per la quale non esiste al momento una cura. Una malattia genetica degenerativa che porta a morte pressoché certa, e che ha portato la Corte Suprema Britannica ad emettere la sentenza per staccare la spina al piccolo. Decisione ritenuta paradossale poiché i genitori di Charlie Gard, Connie e Chris, si sono detti sempre contrari a questa opzione, volendo percorrere tutte le strade possibili per cercare una cura per il loro piccolo. Ne è nata una battaglia legale che ha portato i due coniugi ad opporsi alla sentenza della Corte Suprema e ad appellarsi alla Corte di Giustizia Europea, che si è presa il suo tempo per esaminare il caso e capire quale può essere il destino del piccolo Charlie Gard.
Tutto in questi giorni è dunque in mano alla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo, che in attesa di studiare tutte le carte e capire se per il piccolo Charlie Gard possa esserci speranza, ha intimato la sospensione della sentenza della Corte Suprema Britannica, con Charlie che dovrà essere mantenuto in vita almeno fino a martedì. I genitori Connie e Chris, sostenuti dalla famiglia tra cui la zia Laura che continua a sostenere la battaglia dei coniugi e ad aggiornare in tempo reale sui social sulla situazione del piccolo, non vogliono assolutamente staccare la spina, affermando di poter cercare, grazie alle raccolte fondi messe in atto negli ultimi mesi, cure sperimentali per il loro bambino di neanche un anno. Una volontà che nonostante il parere dei genitori non trova d’accordo i medici del Great Ormond Street Hospital dove Charlie Gard è ricoverato, che hanno indicato come staccare la spina al piccolo sia l’unica strada per evitargli ulteriori sofferenze.
Il caso di Charlie Gard ha mobilitato la comunità internazionale, con molte voci illustri che si sono levate per concedere almeno il tempo ai genitori del piccolo di cercare l’ultima speranza per mantenerlo in vita. Una situazione che ha portato in Italia i gruppi pro-life a scrivere una lettera-appello al Presidente della Repubblica Mattarella, affinché anche la politica internazionale possa mobilitarsi per un bambino che sta venendo strappato alle cure contro la volontà dei propri genitori, che dovrebbero avere l’ultima parola sulla sorte del piccolo, almeno finché l’evidenza medica non costringa ad arrendersi. Passo che secondo i coniugi Connie e Chris Gard non è stato ancora compiuto, perché ci sarebbero ancora diverse soluzioni che andrebbero valutare prima di prendere una decisione così estrema come quella di staccare la spina al piccolo Charlie.
In particolare, Connie e Chris Gard si riferiscono ad una cura sperimentale negli Stati Uniti alla quale Charlie si potrebbe già sottoporre grazie alle donazioni raccolte dai suoi genitori. Che hanno lanciato sui social network la campagna #charliesfight che ha avuto un successo enorme, permettendo la diffusione della storia del piccolo Charlie Gard e soprattutto di raccogliere un milione e trecentomila sterline, cifra che sarebbe sufficiente ad affrontare il viaggio negli Stati Uniti e a sottoporre il piccolo alla terapia sperimentale per la sindrome di deperimento mitocondriale, ultima speranza che potrebbe resituire Charlie Gard ad una vita normale e non ad un’esistenza tristemente dipendente dalle macchine e dalle cure in ospedale. Martedì 20 giugno sarà il giorno per capire se Charlie Gard potrà avere ancora una chance, oppure se la Corte di Strasburgo si allineerà alla Corte Suprema Britannica mettendo fine alla vita del piccolo.
I will! ?? #charliesfight https://t.co/H5jDcUMSDY
— LG (@laurakinz) 17 giugno 2017