Nell’incendio di Londra scoppiato ormai 5 giorni fa il bilancio delle vittime si aggrava ancora di più, rendendo il rogo alla Grenfell Tower una strage sotto ogni punto di vista. «Sale a 79 tra morti e dispersi il bilancio dell’incendio alla torre di Londra, ma il numero delle vittime potrebbe aumentare ancora», è il messaggio laconico della Polizia londinese che in queste ore deve anche affrontare l’emergenza di un nuovo attentato, il 4 in Inghilterra nel giro di 4 mesi. L’incendio nella notte del 13 giugno si è sviluppato in pochissimi minuti, rendendo la torre residenziale una “torcia infernale” con pochissime possibilità di potersi salvare per le tante famiglie presenti nello stabile di 27 piani al nord-ovest di Londra. Il comandante della polizia, Stuart Cundy, ha poi aggiunto ai giornalisti: «ci vorranno settimane, se non mesi, per poter identificare tutte le vittime». Intanto oggi è stato tenuto un minuto di silenzio alle 11 ore locali in tutta la Gran Bretagna per le vittime innocenti della Grenfel Tower.
– Nel giorno in cui viene confermato il numero altissimo di morti/dispersi nell’incendio di Londra, ha parlato al Gazzettino il papà di Marco Gottardi, una delle due vittime italiane (l’altra è la compagna Gloria Trevisan) morte nell’inferno della torre londinese. «Nell’appartamento di Marco e Gloria erano in quattro; quando è scoppiato l’incendio stavano dormendo me lo disse Marco al telefono». spiega il papà che fino all’ultimo è stato al telefono con il figlio mentre il fumo saliva rapidamente assieme alle fiamme. «Poi erano stati chiamati dai vicini di casa che, vedendo le fiamme si erano preoccupati e avevano cercato conforto a casa dei nostri ragazzi»: i vicini sono andati da Marco e Gloria perché dalla loro parte del palazzo ancora le fiamme non erano arrivate, e a questo punto pare chiaro che abbiano vissuto insieme quegli ultimi attimi tragici che sono oggettivamente impossibili anche solo umanamente da immaginare.